di Cristina Podestà
Come in un bosco incantato, pieno di fate e di gnomi, una luce trafigge le piante, le viola e le trapassa, rendendo l’oscuro riparo del suolo, più facile al cammino. La chiarità regalata ai suoi passi rende l’uomo felice e speranzoso di trovare al più presto l’uscita.
Ma la meraviglia è prepotente e lo costringe, talora, a rallentare il passo e a fermarsi. Quel tepore di intimità, quei tronchi, quel verde, quei rami lo spingono a soffermarsi sui colori conquistati grazie alla fievole luce, quell’assenza momentanea di cicaleccio di uccelli, lo sprona ad annusare profumo di resine e mirto, di ginestra e ginepro.
Si siede guardandosi intorno e conquista una pace mai sperimentata prima, si inebria di odori del bosco, di legna profumata con note speziate. Si gode questo momento, si sente beato. Intorno silenzio benefico, i pensieri e gli affanni lontani.
Così dopo un po’, rigenerato e tornato al presente, si appresta a cercare l’uscita dove è atteso da amici e parenti. La passeggiata è stata proficua, era ciò di cui necessitava.
Un saluto alle fate e agli gnomi nascosti che gli hanno fatto una compagnia discreta e timida, ed è pronto a tornare di là dal bosco.
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