di Cristina Podestà
Come un sabato sera, alla fine mi ritrovo nel letto vestita, senza alcuna percezione di me. La stanza spoglia, il grigio intorno, la delusione amara che brontola nella mia testa. Sono delusa, triste, affranta: non riesco a farmi capire o a spiegarmi, che poi è la stessa cosa.
Vuoto e silenzio intorno. Un magone che non si scioglie in pianto, una stretta di mano che mi ha lasciato addosso il suo profumo e un dolore sottile che trapassa le mie viscere. Abbandonata sul mio letto, mi sento incapace di agire e di muovermi.
Avrei bisogno di qualcosa o, forse, di qualcuno per un consiglio, una parola buona, che mi dicesse, ce la farai! Invece nulla, mi dibatto, mi arrovello e non vengo a capo di niente.
Sfinita mi appisolo come in una domenica di festa, quando rientri all’alba e ti butti per terra, stanca ma col cuore che ride e gli organi in pace. Come un sabato o una domenica, ma questa volta non c’è un lieto fine.
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