di Marina Zinzani
Una sera, un concerto, un bambino fra due genitori. Un bambino che resta lì, in silenzio, ad ascoltare una musica delicata che il direttore d’orchestra dirige. Il silenzio nella sala è assoluto, il pubblico è incantato, e anche lui, con i suoi tre, quattro anni resta in silenzio ad ascoltare.
La madre ogni tanto lo abbraccia, gli sussurra qualcosa nelle orecchie, e lui è lì, tranquillo, come fosse un adulto. Resterà così per tutta la durata del concerto, e verso la fine, quando una musica incalzante sembra trascinare tutti, le sue braccia si muoveranno in un buffo tentativo di imitazione del maestro.
Un’immagine tenera, che ci fa riflettere su cosa può trasmettere un padre, una madre, ad un bambino. Un’infinità di cose. Il fatto che esistono regole, che si deve restare in silenzio in certe situazioni. Il fatto che esiste una miniera di cose belle, e in questo caso di musica meravigliosa da ascoltare, da cui attingere, da apprezzare.
L’elevazione di un momento speciale, di una serata speciale, forse rimarrà dentro l’animo di questo bambino, e un domani, da adulto, ringrazierà suo padre e sua madre per avergli dato, oltre all’amore, oltre all’attenzione, oltre ai giocattoli, una chiave magica in grado di aprire porte, spargere gioia e lenire dolori: l’amore per la musica.
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