di Cristina Podestà
Senza storia e senza scarpe tornava da una guerra di cui già non ricordava nulla. Silenzio e brusii al suo passaggio ma lui, dimentico di ogni azione, di ogni valore, di ogni minima cosa, vagava senza percezione di ciò che era successo.
Non ricordava, ahimè o, forse, per fortuna; non ricordava il suo corpo in balia del nemico, ma nel suo cuore palpitava un qualcosa che somigliava a una rimembranza di dolore e sofferenza.
La guerra combattuta e vinta non lo riguardava più. Aveva voglia di riposare le stanche membra e il capo sopra un cuscino, e che nessuno mai potesse ricordargli il suo trascorso.
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