di Marina Zinzani
(Introduzione di Angelo Perrone)
(Tratto da “Racconti di una vacanza in Italia”)
(Angelo Perrone) La ricerca di mete turistiche non convenzionali è affascinante, e riserva sorprese. Marina Zinzani prova a seguire i passi di due amici americani in giro, per la seconda volta, per l’Italia al di fuori degli itinerari più noti.
Ci sono nuove realtà da conoscere. Un mondo là fuori è pronto a mostrare la sua essenza. In questo contesto multiforme, non dobbiamo trascurare noi stessi.
È interessante ciò che si vede, ma sorprendenti sono gli occhi con cui si guarda. Si apprende di sé qualcosa che non si sapeva di possedere, si sperimentano nuove emozioni. Questa, al termine, la conclusione emozionante. Ma potrebbe capitare di avvertirne segnali strada facendo.
C’è un tragitto da compiere. Per l’io narrante, che è uno degli amici, tante sollecitazioni. L’urgenza di prendere i primi appunti. Riemergono, di riflesso, pensieri appena letti su un gran libro come “Jean Santeuil” di Marcel Proust.
Infine lo sguardo ritorna su di sé. Per ognuno, si sa, è diverso. Ciascuno ha la sua, di verità, da raccontare. È il momento in cui il viaggio riserva le sorprese maggiori.
Dopo Orvieto, Spello, Spoleto, Assisi, Perugia, Urbino, Recanati, Jesi, Torre del lago, Forte dei Marmi, Rapallo, ecco Paraggi
Esiste una baia, fra Santa Margherita Ligure e Portofino, di una bellezza da togliere il fiato. E’ la baia di Paraggi, con il suo mare blu, azzurro e smeraldo, l’acqua cristallina, la vegetazione che dona una visione unica. C’è un castello, che impreziosisce la veduta. C’è un senso di sospensione, di pace, di fronte ad una natura così ricca, è difficile richiedere altro mentre si è qui, si sente che questa giornata sta dando veramente tanto.
Qui, in una villa, la Paraggina, soggiornò a lungo Oscar Wilde. Era ospite di un prete inglese, probabilmente avrà alloggiato con l’amato Bosie. Le camere e la veduta dalla villa parlano di raffinatezza e stupore. L’arredamento delle stanze ha quella eleganza inglese che parla di calore, di amore per i particolari, di un’armonia che appare semplice ma in realtà è difficile da raggiungere.
Immagino lui che si alzava e guardava dalla finestra, la giornata si apriva ad una passeggiata, o al sedersi in terrazzo ammirando il mare. Ozio e bellezza, lasciando scorrere i pensieri, ascoltando i suoni tenui della natura. Il pomeriggio forse prendeva una tazza di tè, in compagnia di chi l’aveva ospitato. Una conversazione interessante, qualche evento di Londra che risuonava fino a lì.
Questi luoghi, Nervi e Bogliasco, furono scelti anche dalla moglie Constance. Oscar Wilde era stato condannato a due anni di lavori forzati per le accuse di omosessualità, in un processo da lui intentato contro il padre di Bosie. La donna, con i due bambini, arrivò in Liguria, cercando di rifarsi una vita, e qui morì. È sepolta al cimitero di Genova.
Ci siamo fermati in un ristorante con una meravigliosa vista sul mare, io ho mangiato gnocchi con i gamberi ed Alfred fettuccine all’astice. La conversazione è stata sospesa appena arrivati i piatti, davvero deliziosi. Un ottimo vino ha accompagnato il pranzo.
Da Proust: “Il vento soffiava, ma troppo debolmente per spinger le nubi e fugare il sole. Piuttosto che una minaccia era un rapido e leggero invito a gustare quell’ultimo resto di dolcezza, quei giorni supremi e incantevoli ancora, come una vita consumata nel suo fiorire.”
Mi sono immedesimato nelle vacanze di Oscar Wilde in questo luogo baciato dalla natura. Un uomo che ha assaporato tanti successi, condannato ad una rovinosa caduta nell’epoca vittoriana. Oggi non sarebbe stato condannato, non nei luoghi in cui è vissuto. Constance andrà nel carcere dove lui è detenuto per dirgli di persona che sua madre è morta. Un anno dopo la morte della moglie, Wilde andrà sulla sua tomba a Genova a farle visita.
È una storia triste, struggente, morte e bellezza, caduta e un filo che non si è mai reciso, il legame fra due persone che si sono amate. Il gesto delicato di Constance verso il marito, il voler dirgli di persona della morte dell’amata madre, è un gesto toccante, che fa di questa donna una grande donna. E immagino i passi di lui nei viali del cimitero, dopo la sua vita travolta e l’uscita dal carcere, chissà cosa avrà pensato sulla tomba della moglie.
Sentimenti intensi, piccoli gesti che significano tanto. Non sempre i matrimoni finiscono così, con un gesto affettuoso che rende onore all’amore che c’è stato. Spesso si finisce col parlare di denaro, di diritti rivendicati, ma questo in modo aggressivo, i figli possono diventare merce di scambio. È triste. Penso al mio matrimonio, alla fine che ha lasciato un senso del nulla, ci si volta indietro e si vedono anni e vuoto.
Questo luogo mi ha preso il cuore, Oscar. Chissà cosa pensavi mentre guardavi il mare, incantato da questa vegetazione?
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