Dal sogno alla realtà
di Giorgia Deidda
Ero entrata in una specie di sogno;
le ossa molli e la fronte
imperlata di sudore
che scendeva come degli insetti lenti,
e poi il cuore come pesca acerba
che si rimpiccioliva ed ingrandiva
Io non sapevo come muovermi
o cosa fare;
quel che conoscevo si dissolveva e diventava polvere,
sicché fui costretta a rimanere ferma
per non perdere le cose più importanti
o rischiare di incenerirmi anche io.
E i fremiti della stanza si facevano come suoni grigi
e io dovetti portarmi le mani alle orecchie per lo stri-
dio feroce e non seppi più distinguere i limiti delle
cose. Questa era l’impronta dell’ansia del giorno che
veniva a tormentarmi anche di notte e a mangiarmi la
mente senza lasciarle requie.
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