di Cristina Podestà
Sono le 4.15 del mattino e gli uccellini cantano. Mi trattengo ancora a letto e penso al sole di ieri e a quelle nuvole sul mare, rosse verso la sera. E sento il profumo dei fiori dei giardini intorno, rivedo il pesco fiorito a casa di mia madre, ricordo il susino pieno di bianco mentre passeggio lungo la strada principale della mia città.
E ascolto ancora quel lieto canto, che mi fa felice perché sa di festa. Così, arrivato il giorno, mi guardo intorno: foglioline verdi ovunque, una gatta incinta che passa per strada, una luminosità piacevole. Mi stiracchio pensando a come vestirmi perché i giorni scorsi ho avuto un po’ caldo e devo alleggerire il mio abbigliamento.
Che bello! Stiamo entrando nella luce, nel tepore di giorni più lunghi, in un momento che porta sollievo anche a chi soffre. Esco. Il gradevole clima mi rende solare, respiro l’aria adesso un po’ frizzantina ma poi si riscalderà ed io potrò passeggiare serena, col suono del mare in sottofondo, con pensieri benefici e il cuore disposto al bene.
È primavera da 12 ore.
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