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Donne, come diamanti

di Marina Zinzani

Una sartoria, qualche decennio fa. Figure femminili che creano abiti di scena. Donne con una vita privata che poco emerge quando lavorano lì in gruppo, ma ognuna con un proprio peso segreto, una celata sofferenza. La sopraffazione di un marito. Un amore finito e il vuoto che lascia. Le difficoltà con un figlio. Un dramma che non si può rimediare, a cui si aggiunge qualche bicchiere di troppo.
Le sfumature delle donne, la loro forza segreta, il fare i conti con il tempo che passa, con i fallimenti, con la vita che richiedere di andare comunque avanti e non fermarsi: le donne possono avere luce, come un diamante. Il loro dare, di madri, di compagne, il loro esserci in prima linea ne fanno delle guerriere silenziose di tutti i giorni.
Questo tributo alle donne e alla loro forza è stato fatto da Ferzan Ozpetek con il film “Diamanti”, opera corale che raccoglie tante attrici, alcune già presenti in altri suoi film.
Nella sartoria in cui è ambientata la storia, i rapporti umani salvano giornate pesanti di lavoro, c’è comunità e quella leggerezza che regala sempre un sorriso. Viene da pensare all’ambientazione, che è di diversi anni fa e non di ora, e viene il sospetto che qualcosa di quella comunità di donne, pronte a sorreggersi, a comprendersi, oggi sia in parte perduto, dato che invidie, gelosie e arrivismo sono a volte parte integrante di realtà lavorative.
Questa è come una favola, con tratti di vita terribilmente reali, ed Ozpetek regala ancora un altro dei suoi film che va dritto al cuore. Si avverte la solidarietà, l’umanità, come solo lui sa raccontare. Emozione ed atto d’amore verso le donne, portatrici di quella preziosità quotidiana che sorregge il mondo.

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