di Paolo Brondi
Siamo spettatori di una tracotanza dilagante, da tempo,
fino a farsi terrorismo, restringendo le opinioni e le scelte entro isole di
egoismo e di viltà. Assistiamo ogni giorno alla diffusa insistenza
dei media sulle particolarità degli
individui, sulle variabili del carattere, sul fondo dei loro motivi, che, mentre
risponde ai desiderio di informazione di ogni cittadino, non esclude il rischio
di far affondare nell’argilla del divenire una diversa storia: quella che
insegni, che spieghi più a fondo, le ragioni della svolta delinquenziale e
terroristica di questo scorcio di nuovo millennio.
Tutto ciò induce a sperare che si levi una, o
più voci, capaci di riumanizzare la vita umana, di superare tutte quelle forme
di potere che, in coerenza con le mode dei tempi nuovi e progressivi, orientano
i desideri della gente, con roboanti o sfarzosi programmi, portavoce del più
sfrenato consumismo, un consumismo anche dell'anima che è già consumata
abbastanza dalla prepotenza dell’incultura. Una o più voci capaci di destare inquietudine
e ricerca e costituiscano un terreno ove tutti possano incontrarsi, per generare
un patto, o un partito. Il partito dell'intelligenza, con la consapevolezza e
l'umiltà già così predicata nell'antico dal cantore greco Mimnerno di Colofone:
Noi siamo come foglie, che la bella stagione
Di primavera genera, quando del sole ai raggi
Crescono: brevi istanti, come foglie, godiamo
Di giovinezza il fiore, né dagli dei sappiamo
Il bene e il male
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