Una strage
su cui occorre ancora fare piena luce: la ricerca difficile delle responsabilità
di Gianantonio Tassinari
Era il 27 giugno
1980, nei pressi di Ustica. Fu una strage: un aereo civile precipitò in mare e
causò la morte dell’equipaggio e di tutti i passeggeri a bordo, 81 persone.
Famiglie, che hanno
pianto a lungo i loro cari, attendono tuttora di conoscere la verità.
Trentasette anni di attesa, ipotesi, nessuna certezza, o quasi. Qualche
condanna per alcuni reati minori (falso, distruzione di documenti). Solo in sede civile la Corte d’appello di
Palermo ha affermato nell’aprile scorso che, a causare la tragedia, fu un
missile, lanciato da altro aereo, che intersecò la rotta di quel volo.
Tanti segreti, che
né il tempo né gli sforzi investigativi riescono a svelare. Teorie che si
contrappongono. Un missile? Una bomba a bordo? Un cedimento strutturale?
L’ombra di depistaggi e oscure manipolazioni. Ovunque muri di gomma.
Si è detto che
questo è solo uno dei tanti misteri di cui la storia italiana degli ultimi
cinquant’anni è intessuta. Una considerazione inquietante, che mette i brividi.
Tante vicende rimaste oscure, mai chiarite completamente con l’accertamento di
tutte le responsabilità: le stragi di piazza Fontana a Milano (1969), piazza
della Loggia a Brescia (1974) e, poco dopo, ci sarà anche quella della stazione
di Bologna (2 agosto 1980).
Ustica: è stato
dimenticato quest’evento doloroso? Nessuno se ne cura più a distanza di tanto
tempo? O forse non se ne è mai interessato? Per l’abitudine alla cronaca nera,
è scattata l’indifferenza?
La sensazione è che
tutti questi eventi luttuosi siano avvolti da una spessa zona oscura,
impenetrabile, che impedisce di arrivare alla verità e lascia impuniti i
responsabili.
Il ricordo di
Ustica deve rimanere vivo nella mente di chi non si rassegna ad accettare spiegazioni
parziali o insufficienti. Nella speranza che vi sia anche chi voglia fare un
balzo in avanti e battersi perché non sia possibile, nei processi penali,
opporre presunti segreti di Stato o militari al legittimo accertamento delle
verità per fatti così gravi.
E’ confortante che
il Presidente della Repubblica Mattarella, proprio in occasione di questo
anniversario, abbia espresso l’esigenza che si faccia “piena luce” sulla strage
di Ustica, rimuovendo le “opacità persistenti”.
E’ una domanda di
giustizia quella che non solo le famiglie coinvolte, ma tutti i cittadini
rivolgono alle istituzioni.
Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie... lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.
RispondiElimina(Oriana Fallaci)