L’anonimato
copre nel web l’infamia delle parole
di
Marina Zinzani
Il
web e le sue insidie, i veleni portati dalle parole: la giovane donna che ha
abbandonato la figlioletta in auto, causandone la morte, è stata ricoperta di
insulti, i più impensabili. Si può dire tutto ormai, tanto c'è l'anonimato.
Difficile
pensare che si possa arrivare a questo. Difficile accettare l'assoluta mancanza
di pietas di certe persone di fronte
a tragedie simili. Si può ben immaginare come sarà la vita di questa donna, il
peso che dovrà portare ogni giorno.
Il
web che permette di mettere in rete certi filmati, e di riderne, distruggendo
delle vite, il web su cui si esprimono individui privi delle più elementari
forme di decenza, di comprensione e di pietà: se mancano queste, non si è più
persone, si è altro.
Da
tre anni è ferma in Parlamento una proposta di legge che renderebbe
obbligatorio un sistema d'allarme che segnali la presenza di un bambino, nel
seggiolino dentro l'auto. Questa proposta era stata depositata dopo un caso
analogo a quello accaduto in questi giorni. Basterebbe una settimana, per
approvare la legge.
Un'offesa imperdonabile è quella di cui si accorge solo il destinatario.
RispondiEliminaAhinoi, oggi sono davvero pochi i mittenti che se ne accorgono.
Catia Bianchi (una stenotipista di tribunale, fino a stamattina Anonima stenotipista, ora mai più!)