Vagare nell’incertezza,
soffermarsi un attimo, rimanere colpiti da un lampo improvviso
di Maria Cristina Capitoni
Poi d’improvviso un
tempo diverso
Parole incomprensibili
rincorrersi
Ad ogni capoverso
Ed io che pur cercando
Non lo trovo più
Confuso in una folla
di opinioni
Di trame inconsistenti
e confusioni
Di un tempo già
difficile com’è
Fu così che presi la
mia mano
Volai tutte le scale sino
alla soglia
di quell’ultimo piano
Ed entrata ad occhi
chiusi, vi rimasi
Per un tempo
incalcolato
Sino al giungere
improvviso
Di un insolito richiamo
Fu di nuovo marzo e
subito settembre
Un lampo prese il
posto di quel buio permanente
E l’immagine di un
filo ricomparve
Timidamente affacciata
al margine della mia mente.
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