La solitudine e una presenza amica; la morte di Fabrizio Frizzi ricorda l’importanza
della nobiltà d’animo
di Marina Zinzani
(Commento
a Il
valore civile del rispetto, PL, 3/4/18)
Non
essere più abituati alla gentilezza, gratuita, spontanea, non parlare più con
il vicino, con il giornalaio, lasciare scorrere i giorni in un silenzio
profondo, voci sì, ma vaghe, e non quelle che si cercano.
L’anziana
davanti alla tv la sera: casa vuota, c’è solo il gatto.
Un
mondo che le è passato davanti troppo in fretta, con evoluzioni veloci e
spiazzanti, un mondo in cui prevale spesso la paura e la diffidenza. Austera è
la sua casa, piena di odori consueti la sua cucina: un brodo serale, è meglio
stare leggeri la sera.
Difficile
pensare ad una tv povera, riduttiva e superficiale, quando questa fa compagnia
all’ora di cena a quest’anziana, c’è un valore anche nelle cose che sembrano
superficiali, soprattutto se riempiono dei vuoti, se strappano un sorriso, se
fanno prestare attenzione.
Fabrizio
Frizzi rappresentava un appuntamento per tante persone sole, che cenavano
guardando i suoi programmi, presenza calda e confortante, come un nipote che
viene spesso a fare visita e rallegra l’ambiente. La sua gentilezza si è
palesata dopo la sua morte, come dota rara e preziosa, il suo sotto tono ha
inciso profondamente il cuore di molti, anche se non lo conoscevano
direttamente.
Il
valore di alcune persone si scopre quando non ci sono più, per il vuoto
improvviso che lasciano, di fronte a tanto nulla che si respira.
Quel
nipote buono mancherà, all’anziana che cena con il suo gatto.
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