In attesa di luce e tepore
di Cristina Podestà
Tutto sembra addormentato, sopito, morto. Invece sotto sotto la vita esiste, continua e resiste. Giornate serene si alternano a gocce di pioggia solitaria, a neve sui monti, a camini accesi. Intorno silenzio profondo, sapore di mandorla e un pizzico di cannella.
Silenzi prolungati, filosofia per pranzo, un film per cena. Con un passo leggero, un miagolio felpato, una lacrima repressa trascorrono le giornate. E poi pian piano il pensiero che torneranno luce e tepore, con sbalzi d’umore e una vita che si risveglierà senza fretta.
La bruma mattutina e la pioggerellina invitano a stare al camino, ove arde un pezzo di legna di chissà quale albero, dove si trovava e quale aria ha beato con il suo verde. Pensieri prestati a parole, senza un perché, senza un percorso preciso e stabilito.
Si accalcano pensieri sommessi, quasi vergognosi di farsi parola, si inseguono come giocando tra loro in questi inverni sempre più solitari e faticosi. Intanto però, sotto uno strato di gelo esterno ma, anche, di cuore, si prepara la primavera.
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