di Marina Zinzani
Arriva
nello stesso giorno la notizia di due morti. Una è di Elie Wiesel, premio Nobel
per la pace, sopravvissuto ai campi di concentramento, e testimone, attraverso
i suoi libri e la sua vita, della Shoah. L’altra morte è quella di Michael
Cimino, che con il suo film “Il cacciatore” ha lasciato una traccia indelebile
sui tanti orrori della guerra in Vietnam. E’ accaduto nello stesso giorno:
queste due morti sembrano collegate.
Tutti e due, Wiesel e Cimino, hanno cercato di raccontare un mondo dove le atrocità si sono spinte all’inimmaginabile, dove l’uomo non solo ha perso la ragione, ma è diventato il Male. Con Dio, un dio, che sembra restato impotente di fronte a questo. Era l’interrogativo di Wiesel: se fosse possibile continuare a credere, dopo tutto quello che era accaduto.
Tutti e due, Wiesel e Cimino, hanno cercato di raccontare un mondo dove le atrocità si sono spinte all’inimmaginabile, dove l’uomo non solo ha perso la ragione, ma è diventato il Male. Con Dio, un dio, che sembra restato impotente di fronte a questo. Era l’interrogativo di Wiesel: se fosse possibile continuare a credere, dopo tutto quello che era accaduto.
Spingersi
al termine della notte, una notte che è una discesa negli inferi, raccontare,
come se le parole e le immagini potessero servire, avere una capacità di
mostrare e forse di riparare, nella speranza che tali orrori non si ripetessero:
no, le speranze erano vane. Visto quello
che accade continuamente. Eppure in questi due uomini c’è l’umanità migliore:
raccontare i sopravvissuti, Wiesel era un sopravvissuto, Cimino racconta anche lui
dei sopravvissuti, quelli che non potranno più vedere il sole, la luna, gli
alberi, le persone, perfino un cervo, nello stesso modo di prima.
Sono
voci che si levano, anime più elevate che hanno speso la loro vita per mostrare
cosa accade a chi resta, cosa accade a chi è vittima. Vittima in tutti i sensi
di cose che non ha voluto, non ha cercato, della guerra. Saranno in paradiso,
ora, questi due uomini? Chissà. Qua da noi non va tanto bene. Loro ci hanno
provato a parlare del Male, dell’assenza della ragione, dei mostri che genera.
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