L’amore al tempo della fragilità della vita
di
Paolo Brondi
E’
una stagione del vivere, quella dai quaranta ai cinquant’anni, ove una persona,
specie se elevata culturalmente e con un passato di intensa attività produttiva,
tende a porre una distanza tra sé e i condizionamenti biologici, intrapsichici,
che la destinano a un’esistenza autocentrata, in sterile lotta con i propri
limiti, e si sente rinascere quando incontra un nuovo amore, una donna che sappia
amare e che lo ami.
Così
è accaduto a Luca, professionista affermato, di anni quarantotto, che, naufragato
un precoce matrimonio, incontra Anna, nasce con lei una passione mai scambiata
con la compassione, ma resa pathos, tanto nuovo e puro nella sua scaturigine,
da rinnovare ogni scelta esistenziale, per gioire dell’imprescindibile fascino,
al di fuori del pericolo dell’isolamento nelle secche della routine
professionale.
Numerosi
i messaggi da lui inviati alla donna, nei momenti di distacco per insorgenze
lavorative: “Anna, l’entusiasmo, il desiderio di averti come compagna ed
interlocutrice, l’affetto, è sempre molto grande. Anche sul piano fisico e
sessuale sei la mia unica donna e trovo tutto molto bello con te..”. Anche in
momenti di carenza della salute, nell’avanzarsi dell’età, significativo quel
che scrive: “”ho fatto una scappata per lasciarti i soldini per mangiare…”.
La
normalità del messaggio è già trascesa nelle parole seguenti: “Combatto sempre
con dolori e fastidi”; troviamo che i fatti si presentano con coerenza durante
il prosciugamento della forza e della salute che, tuttavia, non dissolve la
fondamentale disposizione di un uomo che ama ed è riamato tanto da aggiungere
un’auspicata affermazione, “Vengo presto! ”.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina