mercoledì 17 febbraio 2021

Di ritorno a casa

Novembre 1942: a prova di gentilezza


di Laura Maria Di Forti

Bettina era una ragazza piccola e minuta ma con due grandi occhi verdi e magnetici, mentre i capelli erano ramati e al sole brillavano lanciando bagliori di color rosso rubino. La sera, prima di andare a dormire, Bettina li bagnava leggermente e arrotolava le punte con le dita fermandoli con una forcina in modo da formare dei boccoli che, l’indomani, avrebbe mostrato alle compagne di scuola.
Non aveva molta voglia di studiare, però, e per tale ragione la madre l’aveva iscritta in una scuola privata e ogni mese regalava ai professori una dozzina di uova che, di quei tempi, erano veramente un dono prezioso. Le galline della madre erano infatti una vera sorgente di benessere e buonumore. Frittate, qualche dolce e zabaglione venivano serviti come delle leccornie e, di tanto in tanto, una bella gallina in brodo per scaldare e rinvigorire faceva sfoggio di sé in tavola.
Un pomeriggio Bettina, tornando a casa dopo aver trascorso il pomeriggio da una compagna di scuola con la quale aveva fatto i compiti di matematica, incontrò due ubriachi per strada. Erano abbracciati l’uno all’altro per sostenersi a vicenda e cantavano a perdifiato. Le strade del paese erano deserte e il buio era sceso presto in quella serata invernale.
I due uomini si avvicinarono a lei e cominciarono a farle dei complimenti lodando le sue gambe, gli occhi e facendola sentire fortemente in pericolo. Allora Bettina si mise a correre ma subito uno dei due ubriachi lasciò le braccia del compagno e le corse dietro urlando che l’avrebbe acchiappata. Proprio così le disse, Io ti acchiappo!
Bettina era in preda al terrore e continuava a correre ma dovette fermarsi davanti ad un cancello che chiudeva un vicolo. È finita pensò, quando, all’improvviso, comparve un soldato tedesco che si parò davanti ai due ubriachi intimando loro di tornare a casa e lasciare in pace la ragazza e, nel fare questo, tolse con fare minaccioso la pistola dalla fondina. 
I due uomini si dileguarono in men che non si dica e la ragazza, ancora spaventata, rimase ferma ad aspettare, che cosa nemmeno lei sapeva. 
“A casa, presto” disse il soldato in un italiano stentato. Bettina lo guardò confusa e poi si mise a correre verso casa senza fermarsi. Era stata salvata da un soldato tedesco. No, da un giovane uomo gentile.

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