di Marina Zinzani
Perché la realtà si colora attraverso la persona che la vede. Prende connotazione in base alla sua individualità, al suo vissuto, ai suoi sentimenti. Diventa realtà creata nella mente, viene collocata attraverso parole ben precise in un angolo e da lì agisce.
Così una giornata di pioggia può essere una seccatura, se si devono portare i bambini a scuola, c’è traffico, può essere malinconica, far desiderare una giornata di sole.
La stessa giornata di pioggia può essere ricca di suggestioni agli occhi di un altro, che si siede al tavolino di un bar e vede la gente passare, e sente qualcosa di poetico in quel via vai di persone con gli ombrelli.
E così la mente, grande dominatrice delle nostre vite, andrebbe educata a guardare il lato positivo delle cose. A non lamentarsi di continuo, a non desiderare una realtà impossibile da avere in quel momento. Certo, ci sono i desideri, che sono il motore dei propri giorni. Però ci sono un’infinità di cose che possono sorprendere, se le si guarda con occhi diversi. Se si usano parole positive nel definirle, in una sorta di riscrittura di quello che si è pensato fino ad allora.
Nella novella “L’uomo col fiore in bocca” di Luigi Pirandello, il protagonista catturava i dettagli di una vita che gli sfuggiva. Era il punto di vista di chi vedeva bellezza in ogni cosa, in ogni momento vissuto, con la sensazione che la vita era un viaggio a termine, e non andava sprecato.
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