di Cristina Podestà
Rivedo di me quel giorno di maggio nel mio giardino, tra fragole appena rosate e nespole già mature. Noi ragazzi pieni di sole a correre nel vento caldo e a dissetarci poi alla fontana o con i frutti succosi. Nei capelli fili di erba verde e fresca, nel cuore sogni di bellezza e serenità.
Più tardi, al calar del sole, finivamo i compiti di corsa per uscire dopo cena finché il chiarore del giorno, anche appena accennato, resisteva al buio.
Allora di corsa a fare il bagno e a mettersi il pigiama profumato di bucato, col pensiero felice alla mattina dopo in cui si sarebbe corsi tutti insieme verso la scuola che ormai volgeva al suo termine.
Restano ancora e persistono queste immagini recuperate nel cassetto di una memoria che, per qualche tempo, ha tenuto per sé i miei sogni di bambina e giovane ragazza. Adesso emergono ad ogni stagione sempre più prorompenti e vivi, rinvenimenti di vita mai scordata, solo messa a riposo.
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