Passa ai contenuti principali

Urbino

La città ideale (Urbino)
di Marina Zinzani
(Introduzione di Angelo Perrone)

(Tratto da “Racconti di una vacanza in Italia”)

(Angelo Perrone) La ricerca di mete turistiche non convenzionali è affascinante, e riserva sorprese. Marina Zinzani prova a seguire i passi di due amici americani in giro, per la seconda volta, per l’Italia al di fuori degli itinerari più noti. 
Ci sono nuove realtà da conoscere. Un mondo là fuori è pronto a mostrare la sua essenza. In questo contesto multiforme, non dobbiamo trascurare noi stessi. 
È interessante ciò che si vede, ma sorprendenti sono gli occhi con cui si guarda. Si apprende di sé qualcosa che non si sapeva di possedere, si sperimentano nuove emozioni. Questa, al termine, la conclusione emozionante. Ma potrebbe capitare di avvertirne segnali strada facendo.
C’è un tragitto da compiere. Per l’io narrante, che è uno degli amici, tante sollecitazioni. L’urgenza di prendere i primi appunti. Riemergono, di riflesso, pensieri appena letti su un gran libro come “Jean Santeuil” di Marcel Proust. 
Infine lo sguardo ritorna su di sé. Per ognuno, si sa, è diverso. Ciascuno ha la sua, di verità, da raccontare. È il momento in cui il viaggio riserva le sorprese maggiori.
Dopo Orvieto, Spello, Spoleto, Assisi, Perugia ecco Urbino

Urbino mi ha fatto molti regali. Desideravo visitarla perché è stata un’altra culla del Rinascimento, assieme a Firenze. Vi è la casa natale di Raffaello, e questa visita mi ha emozionato non poco. Fra quelle mura aveva vissuto lui.  Anche con le poche cose rimaste al suo interno, il pensare di aver visitato il posto in cui Raffaello ha pensato, creato, immaginato mi ha dato un piccolo brivido di felicità.
E poi il Palazzo Ducale, un’opera fra le maggiori del Rinascimento, voluto da Federico da Montefeltro. Magnifico il cortile, ma anche tutta l’architettura del luogo merita attenzione e raccoglimento. Mi ha stupito molto lo Studiolo di Federico, in legno con pregiatissimi intarsi, progettato da Donato Bramante. Qui Federico si ritirava, studiava, era il suo ritiro spirituale, e qui incontrava gli ospiti.
Dentro il Palazzo Ducale abbiamo potuto visitare la Galleria Nazionale delle Marche. È soprattutto per questa che siamo voluti venire ad Urbino. Qui c’è stato l’incontro con opere meravigliose, come la “Città ideale”, come “La flagellazione di Cristo” di Piero della Francesca, e “Il ritratto di gentildonna (la Muta)” di Raffaello. Le opere sono tantissime, e ognuna ha meritato un’attenzione particolare. Mi sono perduto nella raffinatezza dell’abito della gentildonna di Raffaello, nel suo volto delicato, nella perfezione dei particolari, ho ripercorso ogni tratto del quadro, perché venisse registrato nella mia memoria. 
Anche la “Città ideale” mi ha lasciato senza parole. Mi sono trovato di fronte ad una sensazione mai provata, un insieme di rigore e armonia, ordine delle forme, la prospettiva che domina su tutto, in una città senza uomini, ma piena di vita e di bellezza, gli uomini forse sono nelle loro case. Su tutto si avverte un religioso silenzio.
Difficile assimilare le emozioni che hanno dato tante opere così famose, sono entrate nella mente immagini che hanno portato in un altro luogo.
Alla fine siamo andati a mangiare in un ristorante, ho mangiato la famosa crescia con dei salumi e dei formaggi, Alfred ha preso un coniglio con il finocchietto. Tutto squisito. 

Da Proust: “Nemmeno gli orientali hanno potuto dare ad un vaso un più prezioso fiore.”

Ecco, ho qualche riflessione da fare, dopo aver visto tanti capolavori: Federico da Montefeltro riuscì a trasformare Urbino in un crocevia di pittori, scultori, architetti che furono protagonisti del Rinascimento. Il Palazzo Ducale doveva essere un monumento alla bellezza. Federico è stato uno di quegli uomini che si è prodigato per affermare la cultura, la conoscenza, aveva creato anche una splendida biblioteca dentro il Palazzo Ducale.
Un uomo potente che ha impiegato molte delle sue forze per il bene, un uomo illuminato. Non era solo quello, era anche un condottiero, certo. Il nome che gli fu dato “La luce dell’Italia” rispecchia quello che fece e quello gli uomini potenti dovrebbero essere: delle luci in grado di illuminare e di migliorare la vita dei loro sudditi.  Pensiero complesso, fuori luogo oggi, c’è così tanta delusione verso i potenti, i fari sono ben pochi, e spesso appartengono al passato.

Commenti

Post popolari in questo blog

🔎 Viaggio nella Giustizia: i fatti e le scelte #1

🧭 Bussola: Sorteggio al Csm – Vita da magistrato | Postille ▪️ Questo spazio analizza la riforma costituzionale al voto e i problemi della giustizia. Il referendum riguarda libertà e sicurezza di tutti. Offriamo spunti per capire i possibili cambiamenti nella vita quotidiana, per una scelta consapevole. L’interrogativo di oggi 🏷 Affideresti la tua libertà al caso? Il sorteggio per i membri del CSM è presentato come la cura al "correntismo", ma rischia di trasformare il governo della giustizia in una lotteria. Estrarre a sorte chi deve garantire l'indipendenza dei magistrati significa rinunciare alla valutazione del merito e della responsabilità. Una giustizia affidata al caso è ancora una giustizia affidata alla Legge? 👉 [Leggi l’analisi completa: " E se la tua causa dipendesse da un'estrazione a sorte? L'insidia del "caso" nella giustizia di domani "] L’anima della Legge: storie e volti 🏷 DIKE: Sei storie di magistrati.  Testimonianze che ...

💿 Dolores O’Riordan: proteggersi da solo? Musica come cura e monito

«E’ vero ciò che la gente dice: “Dio protegge chi si aiuta da sé, a proprio modo”.  E spesso mi sono chiesta “Chi protegge coloro che non riescono a proteggersi da soli?”» Fee Fi Fo (The Cranberries) L'ombra degli abusi e il disagio di vivere (Marina Zinzani) ▪️Una storia di abusi e il fascino della musica. Dolores O’ Riordan, la cantante dei “Cranberries” ha parlato in alcune interviste del suo buco nero, iniziato quando da bambina ha subito molestie da un amico di famiglia, molestie durate anni. Forse da lì sono partiti i suoi disturbi, l’anoressia, il disturbo bipolare, la depressione, il disagio di vivere che le aveva fatto pensare al suicidio. La musica: linguaggio dell'anima e forma di cura Ha parlato anche del suo dedicarsi alla musica, allo scrivere canzoni come una cura. Musica come forma artistica che tocca linguaggi dell’anima che sono comprensibili, in una sorta di tam tam misterioso che rende la vita più interessante, più piacevole, e fa sentire una voce amica, ...

👩‍🏫 La prima supplenza: tra pugno di ferro e cuore degli alunni

(Introduzione a Daniela Barone). C'è una foto che ritrae Daniela Barone tra i suoi primi studenti: capelli biondi, sguardo deciso e quel misto di orgoglio e apprensione che accompagna ogni esordio. Quella foto, che oggi pubblichiamo, è il fermo immagine di una battaglia vinta. In questo racconto, Daniela ci riporta indietro a una quinta classe di un Istituto Professionale per Odontotecnici, tra lanci di palline di carta e sguardi di sfida, svelando il segreto di quel mestiere difficile che non si impara sui libri: la capacità di trovare la "chiave giusta" per aprire il cuore degli alunni. Il sogno del registro e l'esordio agli Odontotecnici (Daniela Barone) ▪️ Quando ero una bambina di nove anni mi piaceva giocare a fare la maestra scribacchiando su un quadernetto a righe a mo’ di registro scolastico. Quest’attività tanto gradita faceva presagire che da grande sarei diventata un’insegnante, magari d’inglese, la mia materia preferita. Dopo il liceo fu il mio fidanzato ...

📝 A gran salita gran discesa: la fatica e la caduta dopo il successo

(a.p. - Introduzione a Laura Maria Di Forti). Il proverbio di oggi: “ A gran salita gran discesa. ” La fatica che spesso accompagna il successo, ma anche la severa lezione che la superbia precede la caduta. Cosa ci riserva il futuro? La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa. Interpretano sentimenti diffusi, traducono in poche battute concetti complicati, tramandano una saggezza solo apparentemente spicciola, qualche volta sono persino di aiuto per suggerirci le mosse opportune. Ci hanno consolato, ammonito, contrariato. Ce ne siamo serviti per affrontare momenti difficili e uscire da situazioni scabrose. Già pubblicati: Il mattino ha l’oro in bocca , Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco , Tra i due litiganti il t...

📝 L'argine. Ricordi e nostalgia

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). C’è una corsa che ci portiamo dentro, troppo breve per lasciare il segno. Maria Cristina Capitoni riflette in versi sulla nostalgia del tempo, quando l'unica via è tornare indietro a quegli istanti felici solo nel ricordo. (Maria Cristina Capitoni - POESIA) ▪️ Quella corsa sull’argine fu forse troppo breve per lasciare il segno avrei dovuto correrla fino alla fine del fiato per non dover poi tornare indietro a quegli istanti felici solo nel ricordo scanditi in fretta per nascondere un dolore sordo.