Isabel Allende e Paula Frias |
di Liana Monti
«Ciò che non riverso in parole sulla carta lo cancella il tempo». (Paula di Isabel Allende)
Una madre che deve comunicare alla figlia emozioni, memorie, ricordi, vibrazioni, paure. La paura di perderla, di non potere più fare nulla per lei.
Seduta di fianco al letto in attesa del suo risveglio, tanto sperato quanto incerto. Tante cose ancora da dire. La necessità estrema di tenerla aggrappata a sé e alla vita stessa.
Parole, frasi, racconti, pronunciati con voce dolce e piena di amore. Parole fissate su un foglio di carta, perché non vadano perse, portate via dal vento del tempo e dimenticate.
Ed io che negli anni ho sentito tante volte nascere dentro di me quell’impulso irrefrenabile di annotare i pensieri, le emozioni, chiare immagini dell’io che parla attraverso vibrazioni impercettibili. Quell’io che parla a me, che, nella corsa quotidiana verso mille incombenze, sono spesso come addormentata ai valori veri, quelli che chiamano all’essenza primaria dell’esistenza.
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