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venerdì 24 aprile 2020

Dillo a un Sikh

Immigrati, massa indistinta, mentre sono persone,  come Sikh. Privi di diritti, esposti allo sfruttamento. Senza volto. Per quanto ancora?

di Bianca Mannu

Dillo a un Sikh
quali sono i Nostri Valori -
dillo ai suoi conterranei
sparati come tralci avventizi
dal vento dell’urgenza
sui campi dell’Agro
sulle piane di Partenope
sugli orti Cisalpini

giovedì 16 gennaio 2020

Il falegname

Racconti dedicati a figure moderne e antichissime. Suggestioni e interrogativi. Oggi, Il falegname.

di Laura Maria Di Forti
(Introduzione di Angelo Perrone)

(ap) Quali sono le professioni più visibili nell’immaginario collettivo? Stando ai media, i medici, i poliziotti, gli insegnanti. Personaggi che compiono gesti di rilievo, risolvono problemi, annullano momenti critici. In una parola, invertono il grigiore dell’esistenza.
Nella rassegna di arti e mestieri che mantengono un fascino non può mancare tuttavia la figura di altri lavoratori sociali, come gli artigiani. E per tutti, quella del falegname.

domenica 15 dicembre 2019

Una città da vivere

Il lavoro precario, il bisogno di evadere, la ricerca di uno svago: dove vivere? E soprattutto come?

di Davide Morelli

Entrarono in cucina. Una cucina con un rivestimento dalla pavimentazione insolita nella nostra zona: il parquet. C’era molto disordine. Nel lavello c’era un marasma di stoviglie accatastate: c’erano scodelle sporche di sugo di ragù, mestoli e posate sporche, una teglia incrostata. Giorgio aprì l’anta per prendere un piattino. Il rubinetto sgocciolava. Probabilmente sgocciolava, perché si era rotta la guarnizione.

giovedì 28 novembre 2019

Svelto di parola

In un lembo immaginario della Sardegna, il ribelle Ranieri se ne va di casa, libero da costrizioni. Come sbarca il lunario? Un lavoro con i braccianti. Ma forse è solo una diceria

di Bianca Mannu
(Tratto dal libro Da Nonna Annetta, ed. La Riflessione, 2011)

Ranieri era nato povero e primo di una numerosa schiera di fratelli minori. Sua madre, rimasta vedova e senza terra, doveva faticare non poco per accudire altri cinque mocciosi, la sola eredità che il marito le avesse lasciato. Rimediava la sopravvivenza lavando al fiume la biancheria di numerose famiglie benestanti, compresa quella di nonna Annetta. Ma neppure con un po’ d’orto e di galline ovaiole campava.

mercoledì 23 ottobre 2019

Altro che sballo del sabato sera

Il fine settimana di chi, per mantenersi agli studi, fa piccoli lavori precari: oltre la fatica, la curiosità verso il mondo così vario che ci scorre davanti

di Laura Maria Di Forti

Sono Massimo, studente universitario fuori corso e fuori sede. Avrei tanto voluto fare la vita dello studente che pensa solo ad ottenere il voto più alto e a ritagliarsi delle serate di festa in qualche pub in compagnia degli amici, ma purtroppo i soldi che mensilmente mi inviano i miei genitori non sono mai sufficienti.

domenica 29 settembre 2019

Momenti della giornata

Una pausa piacevole nella giornata, tra i mille impegni

di Marina Zinzani

Suddividere le ore, lavoro, spesa, casa, e poi? TV, amici, cena, ecco la giornata che si riempie, e poi c'è il sonno, e poi pochi ricordi, appena qualche variabile.

martedì 1 maggio 2018

1° maggio

"Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento”.

(Dall'articolo Pel primo Maggio, sulla rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, il 26 aprile 1890).

lunedì 13 novembre 2017

L'uomo che sparisce dalla fabbrica

L. Friedlander, Boston, Mast Bologna
La “fotografia industriale” in una mostra alla Fondazione Mast di Bologna: l’estetica delle macchine, la trasformazione del lavoro, l’impatto nell’ambiente; le ripercussioni sulla vita in fabbrica, sulla condizione dei singoli e la perdita del valore sociale del lavoro

di Angelo Perrone *

Come evolve il mondo del lavoro? Macchine, utensili, edifici, paesaggi raccontano i cambiamenti avvenuti nel mondo industriale. Sono mutati radicalmente i sistemi produttivi, il lavoro si è modificato, e ciò ha avuto un impatto enorme, spesso devastante, sull’ambiente, mentre le stesse relazioni umane e sindacali hanno cambiano fisionomia e consistenza.

mercoledì 18 ottobre 2017

Quanto stress a Buckingham Palace

Dipendenti della corte inglese si licenziano per il lavoro ingrato ed eccessivo, notizie che fanno sorridere: non conoscono la fatica quotidiana di tutti?

di Marina Zinzani

Era accaduto a maggio di quest’anno. Una cosa di cui hanno parlato alcuni giornali e che ha fatto pensare, sorridere, acconsentire con la testa. “Che strano”, si è pensato.
Ora la storia si ripete. In proporzioni maggiori. 14 su 50 non è cosa da poco.

giovedì 31 agosto 2017

Il futuro rubato

Fiori di Filippo De Pisis
Le prospettive dei giovani, il loro futuro: un atto di accusa per la società, e per ciascuno di noi

di Marina Zinzani

 “Ho vissuto (male) per trent’anni, qualcuno dirà che è troppo poco. Quel qualcuno non è in grado di stabilire quali sono i limiti di sopportazione, perché sono soggettivi, non oggettivi. Ho cercato di essere una brava persona, ho commesso molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere un’arte.
Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l’altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.

lunedì 26 giugno 2017

Un po’ di decenza, prego

Retribuzioni, garanzie del lavoro: l’argine in pericolo

di Maria Cristina Capitoni
(Commento a Una storia, tra le altre, PL, 24/6/17)

Il problema non è più, e non è solo, cosa giri per la testa ai grandi direttori d’azienda perché se si pensa che negli anni ‘60 lo stipendio di un manager era dieci volte quello di un operaio (decente come gratifica, tutto sommato, no?) ed oggi Marchionne prende qualcosa come 150.000 euro al giorno (Ettore Livini, su Repubblica, 27/4/16), è evidente che più di un meccanismo di "regolazione" è saltato, oltre alla decenza ovviamente.

sabato 24 giugno 2017

Una storia, tra le altre

La tua professionalità? Grazie, meglio un 18 enne con un account FB

di un lettore di PL
(Commento a Un po’ di pulizia per la giustizia italiana, PL, 23/6/17)

Vi racconto la mia storia. Ogni tanto mi chiedo cosa giri nella testa dei direttori delle grandi aziende multinazionali, soldi a parte. Il mondo del lavoro ormai gira solo intorno al concetto “dobbiamo fare più soldi”, ignorando deliberatamente tutto il resto.
E cos’è questo “resto”?

domenica 26 febbraio 2017

Morire di fatica

Caporalato, il nome perverso dello sfruttamento del lavoro

di Marina Zinzani

Una donna muore nei campi, sotto il sole cocente di luglio. Si era alzata nella notte, aveva percorso 300 chilometri per andare al lavoro, per due euro l’ora.
Silenzio: silenzio di chi sapeva ed era complice, silenzio di chi subiva, e di quel denaro, quei miseri due euro l’ora, ne aveva bisogno.

venerdì 20 gennaio 2017

Il saluto a chi lascia il lavoro

(Le presenze umane importanti nei rapporti di lavoro)

di Cristina Podestà 
(Commento a Compagno di ventura, PL, 18/1/17)

Commovente e delicato il pensiero e la dedica al collega. Il nostro lavoro non si vede subito ma lascia segni nel terreno su cui lavoriamo costantemente, instancabili mani che permeano le morbide menti. Sono – i nostri - affetti a volte incompresi da giovani virgulti che diverranno piante forti e resistenti.
Soltanto allora, potranno svelarsi ai loro occhi le nostre fatiche. Ai giovani mostriamo la vita con versi e prose, con amore incondizionato senza mai chiedere nulla in cambio, con lo sforzo di riuscire a renderli adulti migliori.
Grandi versi che rendono giustizia e gratificano chi nell’oggi non è abbastanza ricompensato del suo lavoro perché consegnato in mano a chi non ne comprende, sul momento, l'immenso duraturo valore. Grazie per il suo grandissimo contributo con queste pubblicazioni.

mercoledì 18 gennaio 2017

Le scarpe dei bambini

di Marina Zinzani

(ap) Colle e solventi, vernici e vapori micidiali dietro la produzione di scarpe di marca in tanti paesi orientali. In condizioni igieniche e di sicurezza fatiscenti. Lo sfruttamento della manodopera a basso costo trova il suo lato più scandaloso nel lavoro cui sono costretti tanti bambini, esposti a tutte le malattie, in giornate anche di 12 ore lavorative, per pochi centesimi al giorno.

sabato 14 gennaio 2017

Il futuro, per chi studia

di Marina Zinzani

Ho un futuro davanti, ho molti progetti. Non ho grilli per la testa, non mi sono mai drogata né ubriacata. Ho un buon rapporto con i miei genitori. Sono figlia unica, e loro hanno molte aspettative su di me. Io studio, perché voglio poi trovare un lavoro, e realizzare, passo dopo passo, la mia vita.
Ho un ragazzo, e abbiamo intenzione di andare a convivere fra qualche anno. C’è tempo per il matrimonio, per ufficializzare.

martedì 18 ottobre 2016

La cena

di Marina Zinzani
(Il lavoro perduto: lo smarrimento della propria identità, la presenza degli affetti)

Non c'è niente che possa offrirti, solo le mie mani nude, i miei abiti consumati, i miei sogni infranti. Avrebbe voluto dire questo alla moglie, perdere il lavoro è lacerazione, paura, amarezza. E' il silenzio dentro, è il futuro che diventa oscurità, tormento. Avrebbe voluto dire questo alla moglie, ma non lo fece.

mercoledì 20 gennaio 2016

Solitudini tra silenzi e paure

di Marina Zinzani

La solitudine di un uomo alle cinque del mattino, la ditta non va bene
la solitudine di una donna che arriva a casa stanca la sera
la solitudine di uno studente, il lavoro è un miraggio e chissà la pensione

sabato 26 dicembre 2015

Certe giornate

di Giovanna Vannini

Quante lacrime gli solcavano le guance in certe giornate. Ogni pretesto era buono perché queste potessero trovare sfogo, rovesciandosi copiose al di fuori di lui. Non le poteva fermare, non le poteva scacciare, facevano quello che dovevano e lui con loro. Faticoso era il mattino, il riprender confidenza con il mondo.

giovedì 25 dicembre 2014

Alle nove di sera


di Marina Zinzani
Tratto da I racconti della pioggia


(ap) Storie di donne diverse: il tema delle pioggia le percorre in modo misterioso. Non solo scenario, talvolta anche specchio di inquietudini.

Riavvolgere il nastro. Ricominciare daccapo. Riprendere da un certo punto preciso, e annullare quello che c’è stato dopo. Trattare il tempo come un file del computer: canc, cancellare.