Dimagrire, dall’ascesi
medioevale alla moderna ricerca estetica: nel tempo non è cambiata la
convinzione di poter modificare radicalmente il proprio corpo
di Paolo Brondi
Disturbi alimentari psicogeni colpiscono,
nelle loro forme di scompenso a livello fisico, soprattutto le donne, ma oggi è
altrettanto frequente in individui di entrambi i sessi. Già nel Medioevo, molte donne raggiunsero la santità proprio
imponendosi un distacco implacabile e assoluto verso ogni bisogno terreno,
compreso quello del cibo necessario alla sopravvivenza.
A quel tempo, tuttavia, la privazione non era considerata una pratica
igienica o rivolta a fini estetici, ma si identificava con un tirocinio
spirituale e fisico in vista della perfezione interiore. Allora, la rinuncia
voluta ed estrema del cibo non era anoressia, ma ascesi, ossia un sacrificio
indispensabile per incontrare Dio.
Nei tempi attuali prevalente in molti è la lassità mentale per la quale
difficile è sottrarsi ai suggestivi richiami della medicina estetica, della chirurgia plastica, della dieta e di tutti quei
prodotti che speculano sul dimagramento, lanciando l’idea che "è possibile
modificare il proprio corpo a piacimento".
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