Il suicidio di Noa Pothoven: la
lacerazione dell’anima fa perdere l’orientamento
di Maria Cristina Capitoni
(Commento a La
scelta di Noa, vittima di stupri, lasciatasi morire per dolore, PL, 6/6/19)
Si "impara a
vivere" quando le offese subite sono proporzionali alle difese che abbiamo
a nostra disposizione. Evidentemente in questo caso, la lacerazione dell'anima,
prima di quella del corpo, è stata talmente profonda da non permetterle più a
Noa neanche di sentirsi meritevole di un futuro. La profonda solitudine poi, ha
fatto il resto; esistono oscurità nelle quali anche il bene più profondo perde
l'orientamento.
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