di Cristina Podestà
Una questione di punti di vista. A volte si è giovanissimi e si ha l’impressione di aver poco da dire e da fare, di avere già, in un certo senso, i capelli bianchi.
Si possono osservare ragazzi fin troppo assennati, che non apprezzano né sfruttano le proprie potenzialità, tutti tesi a realizzare “cose da grandi” al più presto.
Oppure cresciuti velocemente, dopo l’adolescenza subito il lavoro e la famiglia! Una fretta di crescere, quasi un’urgenza.
Altri ragazzi invece se la prendono comoda: si diplomano, vanno all’università, viaggiano, cambiano partner con frequenza, si divertono anche se già lavorano, prolungando di parecchio l’età giovanile. Sembra che siano più giovani dei coetanei alle prese coi problemi di scuola dei figli.
Sicuramente sentirsi giovani o vecchi è una condizione mentale, nel senso che c’è chi comincia da piccolo a pensare da adulto mentre altre persone tirano lunga la vita da giovane. Ad un certo punto comunque arriva per tutti l’età in cui si fanno i conti, e allora gli uni e gli altri si riterranno insoddisfatti.
I primi di non aver goduto della gioventù adeguatamente, gli altri di averla ampliata ed estesa per troppo tempo, trascorrendo così la vita inutilmente, senza produrre cose che restano. Chi di loro ha sbagliato?
Difficile rispondere, forse non si deve valutare, ognuno deve essere sereno e coerente con sé stesso. La vita è una casualità di occasioni prese o perse, è una scelta reale o apparente, è qualcosa che ci è stato donato e di cui bisogna fare tesoro, in qualunque modo si stia svolgendo.
Nessun commento:
Posta un commento