Non esiste nulla che possa cambiare. Arrendersi prima di agire. Lasciare spazio al disincanto. Essere convinti che le proprie forze non bastino.
Nulla cambia. Un cuore arido rimane tale. Un atteggiamento crudele rimane tale. La regola del più forte, la sua sopraffazione rimangono tali. Lasciarsi andare. Perdersi. Cancellarsi.
I pensieri di Setsuko vagano inquieti, come rondini che non troveranno più la loro rotta, senza il conforto di un riparo, di un nido. L’acqua del fiume sembra meno limpida oggi, sembra striata di rosso, rosso che richiama il sangue. Il sangue degli innocenti.
Niente cambia. Pregare. Agire. Interrogarsi. C’è un silenzio siderale nell’aria, per un attimo la maestria di un paesaggio fatato, la natura e la sua quiete, il fiume, gli alberi, i fili d’erba, i fiori, sembrano un paesaggio inanimato. Nulla cambia. Bisogna solo difendersi. Con armi spuntate.
Si posa un uccellino accanto a lei, e questo non scappa, non ha paura. A Setsuko scappa un mezzo sorriso. La metafisica, la magia del coraggio, i pensieri, tanti pensieri, ovunque, in tantissimi posti, pensieri di persone che non si conoscono, pensieri di rabbia ma anche costruttivi, coraggiosi, pensieri buoni che richiamano azioni fatte col cuore, propositi intelligenti, l’interrogarsi, il chiedersi perché, dove siamo arrivati, perché si è perduto l’incanto di un amore, perché quell’amore finisce e il non comprendere che tutta la vita è piena di cose che finiscono, di amici che si perdono, di porte che si chiudono alle spalle.
Ma tutto va avanti, e il nostro essere eroi è il cadere e il rialzarsi, è l’aprire nuove porte, è il ricucire se possibile, è il confronto, è il viaggio dentro di sé, l’accettare i nostri limiti. Io sono io. Con le mie debolezze.
Il pensiero che contagia le cose, che forse può mutare, trasformare. L’uccellino è sparito. Setsuko guarda l’acqua del fiume che scorre, ora sembra limpida. Un pensiero d’amore arriva, a tutte le vittime.
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