Passa ai contenuti principali

Lavorare bene, missione impossibile?

Stenotipia giudiziaria: una professione svalutata. La mortificazione attuale ha origini lontane

di un (ex) stenotipista di tribunale
(Commento a Non basta sopravvivere, PL,  5/7/17)

Ho scelto di non passare dall'altra parte, con tutto il rispetto per i poveri cristi che hanno voluto/dovuto aderire, nonostante stiamo vivendo in un'epoca di vera crisi. Non accetto di continuare a fare la mia professione essendo svilito ogni volta di più, sfruttato ogni volta di più. Probabilmente dovrò reinventarmi e fare altro. Poco male, direi.
Preferisco essere moderatamente ottimista, anche se è dura. So che ci vorrà tempo affinché i nodi vengano al pettine e si giunga a una nuova gara per i servizi di resocontazione. Tutto questo dovrà passare per dei tempi tecnici abbastanza lunghi nella migliore delle ipotesi. Tuttavia, che nessuno si illuda che i problemi siano risolti.
Il sistema al ribasso mortifica tutti. Chi fa questo lavoro con serietà sa di cosa parlo. Il problema è che c'è gente che pretende di fare di questo lavoro l'ennesima "cineseria" e lucrare sulla quantità sacrificando la qualità. Nel 2006, con la nascita di Astrea, ho passato un periodo a Roma prendendo parte in prima persona ai lavori presso il Tribunale di Roma e avendo quotidianamente contatto con le altre ditte consorziate. 
Ebbene, ho conosciuto persone, sia imprenditori che colleghi, che non avevano neanche idea di cosa fosse la lingua italiana; ho dato una scorsa ai verbali quando ero alla postazione di stampa e ho visto purtroppo delle vere e proprie mostruosità. 
Molti imprenditori del settore sono manchevoli delle più elementari competenze e pensano meramente ai numeri e alla produttività; d'altro canto, molti addetti ai lavori sono selezionati con troppa leggerezza e allora ti ritrovi a lavorare sotto una continua pressione "perché se non lo fai tu ci sono altri mille che lo fanno a meno di te".
Oppure ti ritrovi a dover sbobinare dell'audio fonoregistrato male, perché il tizio che sta in aula a registrare o è stato formato male, o deve fare fronte a cinque aule contemporaneamente.
Un effetto domino: tutto, ma proprio tutto, ricade sullo stenotipista che è costretto a lavorare in condizioni allucinanti, vessato e pressato da tempi di consegna impossibili, il più delle volte facente parte di organici sottodimensionati, dovendoci mettere una pezza ai pasticci che altri combinano.
Ho sperimentato personalmente che a volte l'imprenditore mette le mani in pasta e combina più guai che altro. Qualcuno di voi ha mai provato l'ebbrezza di vedersi assegnato un lavoro con la massima urgenza, magari costretto a farci la nottata e finalmente terminato il lavoro scoprire sul portale che quel lavoro era stato già consegnato? Cioè, assegnato due volte a persone diverse?
E allora non si può non constatare che è diventata una mission impossible. La situazione attuale è ancora peggio, con l'anomalia  del subentro di imprese di pulizia, allora si deve prendere atto che questo sistema è arrivato al collasso, non si è saputo fare la voce grossa quando tutto questo è incominciato, curando prima di tutto la professionalità e il valore di questo lavoro, svendendoci a cifre ridicole.  

Commenti

  1. "Se hai un sogno, lo devi proteggere", tratto dal film “La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino.
    Caro ex stenotipista, mi dispiace che tu sia ex.
    Con stima e rispetto per ogni scelta.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

🔎 Viaggio nella Giustizia: i fatti e le scelte #1

🧭 Bussola: Sorteggio al Csm – Vita da magistrato | Postille ▪️ Questo spazio analizza la riforma costituzionale al voto e i problemi della giustizia. Il referendum riguarda libertà e sicurezza di tutti. Offriamo spunti per capire i possibili cambiamenti nella vita quotidiana, per una scelta consapevole. L’interrogativo di oggi 🏷 Affideresti la tua libertà al caso? Il sorteggio per i membri del CSM è presentato come la cura al "correntismo", ma rischia di trasformare il governo della giustizia in una lotteria. Estrarre a sorte chi deve garantire l'indipendenza dei magistrati significa rinunciare alla valutazione del merito e della responsabilità. Una giustizia affidata al caso è ancora una giustizia affidata alla Legge? 👉 [Leggi l’analisi completa: " E se la tua causa dipendesse da un'estrazione a sorte? L'insidia del "caso" nella giustizia di domani "] L’anima della Legge: storie e volti 🏷 DIKE: Sei storie di magistrati.  Testimonianze che ...

💿 Dolores O’Riordan: proteggersi da solo? Musica come cura e monito

«E’ vero ciò che la gente dice: “Dio protegge chi si aiuta da sé, a proprio modo”.  E spesso mi sono chiesta “Chi protegge coloro che non riescono a proteggersi da soli?”» Fee Fi Fo (The Cranberries) L'ombra degli abusi e il disagio di vivere (Marina Zinzani) ▪️Una storia di abusi e il fascino della musica. Dolores O’ Riordan, la cantante dei “Cranberries” ha parlato in alcune interviste del suo buco nero, iniziato quando da bambina ha subito molestie da un amico di famiglia, molestie durate anni. Forse da lì sono partiti i suoi disturbi, l’anoressia, il disturbo bipolare, la depressione, il disagio di vivere che le aveva fatto pensare al suicidio. La musica: linguaggio dell'anima e forma di cura Ha parlato anche del suo dedicarsi alla musica, allo scrivere canzoni come una cura. Musica come forma artistica che tocca linguaggi dell’anima che sono comprensibili, in una sorta di tam tam misterioso che rende la vita più interessante, più piacevole, e fa sentire una voce amica, ...

👩‍🏫 La prima supplenza: tra pugno di ferro e cuore degli alunni

(Introduzione a Daniela Barone). C'è una foto che ritrae Daniela Barone tra i suoi primi studenti: capelli biondi, sguardo deciso e quel misto di orgoglio e apprensione che accompagna ogni esordio. Quella foto, che oggi pubblichiamo, è il fermo immagine di una battaglia vinta. In questo racconto, Daniela ci riporta indietro a una quinta classe di un Istituto Professionale per Odontotecnici, tra lanci di palline di carta e sguardi di sfida, svelando il segreto di quel mestiere difficile che non si impara sui libri: la capacità di trovare la "chiave giusta" per aprire il cuore degli alunni. Il sogno del registro e l'esordio agli Odontotecnici (Daniela Barone) ▪️ Quando ero una bambina di nove anni mi piaceva giocare a fare la maestra scribacchiando su un quadernetto a righe a mo’ di registro scolastico. Quest’attività tanto gradita faceva presagire che da grande sarei diventata un’insegnante, magari d’inglese, la mia materia preferita. Dopo il liceo fu il mio fidanzato ...

📝 A gran salita gran discesa: la fatica e la caduta dopo il successo

(a.p. - Introduzione a Laura Maria Di Forti). Il proverbio di oggi: “ A gran salita gran discesa. ” La fatica che spesso accompagna il successo, ma anche la severa lezione che la superbia precede la caduta. Cosa ci riserva il futuro? La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa. Interpretano sentimenti diffusi, traducono in poche battute concetti complicati, tramandano una saggezza solo apparentemente spicciola, qualche volta sono persino di aiuto per suggerirci le mosse opportune. Ci hanno consolato, ammonito, contrariato. Ce ne siamo serviti per affrontare momenti difficili e uscire da situazioni scabrose. Già pubblicati: Il mattino ha l’oro in bocca , Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco , Tra i due litiganti il t...

📝 L'argine. Ricordi e nostalgia

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). C’è una corsa che ci portiamo dentro, troppo breve per lasciare il segno. Maria Cristina Capitoni riflette in versi sulla nostalgia del tempo, quando l'unica via è tornare indietro a quegli istanti felici solo nel ricordo. (Maria Cristina Capitoni - POESIA) ▪️ Quella corsa sull’argine fu forse troppo breve per lasciare il segno avrei dovuto correrla fino alla fine del fiato per non dover poi tornare indietro a quegli istanti felici solo nel ricordo scanditi in fretta per nascondere un dolore sordo.