Angelo Tofalo, Corriere della Sera |
Il sottosegretario
alla Difesa Angelo Tofalo ha voluto fare esperienza di vita militare. Mimetica e armi in pugno, immersione in un
sommergibile, lancio da un aereo. Poi la foto su Facebook. Il dilettantismo del governo 5Stelle-Lega
(ap)
Mimetica e fucile mitragliatore in mano, la foto di rito che ritrae un momento
così intenso, e, immancabile, un post su Facebook a ricordo dell’evento. A
farlo, non un soldato qualunque, ma Angelo
Tofalo, 37 anni, sottosegretario
alla Difesa, parlamentare 5 Stelle, in occasione di una visita ai vertici
dell’Esercito, che infatti appaiono nella foto con lui, lo sguardo che maschera
ogni perplessità o sbigottimento.
Un’iniziativa
curiosa, quella di vestirsi in tenuta da combattimento, armi in pugno, da parte
di un politico con un ruolo di primo piano. Tra l’altro il mitra, si spera
fosse scarico, è puntato contro uno dei presenti. La spiegazione candidamente
offerta ai giornalisti: “capire
cosa si prova” (a mettersi nei panni di un militare? a impugnare un mitra?).
Dilemma che deve essere stato lacerante fino a questo momento, per uno che non ha potuto fare il militare, abolito proprio dopo la sua laurea dai complottisti della vecchia casta politica.
Dilemma che deve essere stato lacerante fino a questo momento, per uno che non ha potuto fare il militare, abolito proprio dopo la sua laurea dai complottisti della vecchia casta politica.
E
poi esperienza sicuramente utile in vista dei futuri impegni politici se in
questo modo il sottosegretario, in vena di esperimenti, ha potuto capire in
conclusione “cosa si prova a portare uno zaino che - a seconda degli scenari,
si intende - può pesare da 4,5 ai 15 chili”.
Non
si tratta comunque dell’unico apprendimento per il solerte parlamentare 5
Stelle. Non ha perso tempo dalla nomina ad oggi. Per esempio, un volo su un
veicolo addestratore militare, poi un’immersione con il sommergibile Scirè
U212. Ma l’esperienza più emozionante, parole sue, è stata il lancio con il
paracadute da 4.500 metri di altezza. Evidentemente ben riuscito, se ora è tra
noi, sano e salvo, a raccontarci l’emozione.
E
non finisce qui: in futuro ancora una sorpresa, potremmo vedercelo a
controllare qualche monumento insieme ai militari dell’operazione “Strade
sicure”, per nostra fortuna infatti è anche titolare della delega ministeriale
per questo settore. In tale caso però l’esperimento avverrà “senza fare
pubblicità, per evitare i curiosi”.
Poco
tempo dalle elezioni del 4 marzo e ancora meno dalla nomina a sottosegretario,
però tanti impegni e molte esperienze: quando si dice farsi le ossa con il
lavoro sul campo per conoscere i problemi e trovare le soluzioni giuste.
Sorprende però il versante sul quale è stato rivolto tanto impegno con una costanza che sarebbe meritoria se non fosse giocata in questo modo. Soddisfare curiosità elementari, sperimentare situazioni per il gusto di farlo, avvertire il brivido del nuovo solo perché mai vissuto.
Sorprende però il versante sul quale è stato rivolto tanto impegno con una costanza che sarebbe meritoria se non fosse giocata in questo modo. Soddisfare curiosità elementari, sperimentare situazioni per il gusto di farlo, avvertire il brivido del nuovo solo perché mai vissuto.
Spesso
si chiamano in causa, e non a torto, l’incompetenza e l’inesperienza dei nuovi
governanti gialloverdi. Qui non vi sono soltanto eccentricità e stranezze, né solo
scivoloni rispetto al necessario aplomb istituzionale.
Si avverte una strana effervescenza di idee e comportamenti, simile all’ebrezza che provavamo da bambini quando per gioco capitava di fingerci grandi, e ne simulavamo i ruoli. L’eccitazione di entrare in un nuovo mondo senza conoscerlo e senza esserne preparati. E, nonostante ciò, quella sfrontatezza ingenua e simpatica che ci permetteva di non percepire né l’inadeguatezza né il ridicolo. Ma noi avevamo comunque la giustificazione d’essere bambini davvero.
Si avverte una strana effervescenza di idee e comportamenti, simile all’ebrezza che provavamo da bambini quando per gioco capitava di fingerci grandi, e ne simulavamo i ruoli. L’eccitazione di entrare in un nuovo mondo senza conoscerlo e senza esserne preparati. E, nonostante ciò, quella sfrontatezza ingenua e simpatica che ci permetteva di non percepire né l’inadeguatezza né il ridicolo. Ma noi avevamo comunque la giustificazione d’essere bambini davvero.
Noi siamo piccoli,
RispondiEliminama cresceremo
e allora, virgola,
ce la vedremo!
Chiusa parentesi, riporto sei,
noi siamo piccoli,
ma dateci del lei!