Charles Aznavour, che ha
accompagnato la nostra vita così intensamente
di Giovanna Vannini
Non ti scorderò mai, non scorderò mai niente di te. Sei entrato nella mia adolescenza, portato da
mio padre, che ti amava, io con lui ti ho amato, ho cantato le tue poesie in
musica, in macchina, quando avevo bisogno di bellezza nella voce e nei
pensieri, ho trascritto i testi delle tue canzoni nei diari di scuola, ho i
tuoi vinili, tutti o quasi, quelli registrati in italiano, a casa di mia mamma,
un patrimonio che mai andrà ad altri.
Ho recitato per me le tue canzoni, pensando
che un giorno, forse, lo avrei fatto davanti a qualcuno.
Ti ho aspettato all'uscita del Teatro
Comunale a Firenze, nel novembre del 2009, l'unica volta che ti ho sentito dal
vivo, penso l'ultima che sei stato in Italia. Piccolo grande uomo, folletto da
palcoscenico, non bello ma immensamente affascinante, voce unica, per un'unica
Francia.
Grazie per aver fatto parte di me e per rappresentarmi così come ero,
come sono, come sarò.
"Io mi guadagno molto bene la vita. Non ho voglia di essere il più ricco del cimitero" (intervista marzo 2014, M. Gabanelli)
RispondiEliminaSolo i giganti d'animo rispondono cosi'.
Sì, ho rivisto l'intervista su Rai3, un omaggio, un ricordo dell'uomo, più che dell'artista. Perché certe persone vanno ben oltre, la loro fama. E lui è stato uno di quelle.
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