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Incontrarsi di nuovo

Un processo per molestie, la vittima in tribunale


di Cristina Podestà

Un sospiro di fronte ad una tazzina di caffè, occhi ancora semichiusi, spettinata e accaldata. Così si ritrova Irene, sorriso sempre per tutti, occhi caldi, guance rosee, leggera e snella; quando si muove sembra che voli, la grazia e la leggiadria si sono impossessate di lei fin dalla nascita. 
Quel giorno però non è festosa, resta cupa, pensierosa e quasi spaventata. Deve incontrare una persona in tribunale, deve ritrovarsi di fronte lo sguardo schifoso di colui che ha tentato, tempo prima, un approccio con lei poco carino e dal quale è riuscita a salvarsi per caso, grazie all’intervento di un passante che, fortunatamente, si trovava nel posto giusto al momento giusto. 
Era corsa via senza nemmeno sapere chi era il suo salvatore, ma conoscendo perfettamente il suo carnefice. Era stata alcuni giorni rinchiusa, cuore che batteva a mille, bocca asciutta, sguardo perso. Poi aveva deciso di denunciare. Era un amico, quasi un fratello e la delusione oltre all’offesa e alla sofferenza, era stata immensa. 
Aveva denunciato con nome e cognome. Ovviamente l’aguzzino aveva negato. Lei allora si era messa alla ricerca del suo benefattore e, con non poche difficoltà, lo aveva rintracciato. Ed oggi dovevano incontrarsi. In tribunale. Tutti e tre. Non aveva voglia di muoversi, sospesa su quella sedia davanti al suo caffè, freddo oramai. 
Poi riuscì a scuotersi e ad alzarsi, decise di ricominciare da lì, da quel sospiro di energia che adesso aveva avvertito. Si preparò con cura, fingendo con sé stessa di dover andare ad un evento bellissimo e ben diverso.
Chiudendosi alle spalle la porta di casa, si sentì più forte e serena. In fin dei conti stava facendo la cosa giusta per sé e così avrebbe salvato anche altre giovani donne da un essere spregevole vestito da cappuccetto rosso.

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