Passa ai contenuti principali

Borghi storici e questioni sociali

Certaldo, FI

I piccoli borghi potrebbero avere un futuro anche nella post pandemia


(Testo e foto di Angelo Perrone) Il piccolo borgo è tornato utile durante il picco della pandemia, quando bisognava osservare regole rigide e il lavoro poteva essere svolto solo da remoto. Se si doveva stare chiusi in casa e lavorare da lì, piuttosto che l’appartamento piccolo in città, cosa c’era di meglio?
Una casetta di paese offriva un conforto insperato, magari permetteva qualche passo fuori, e i bambini stavano meglio, avvertivano meno il cambiamento. Il lockdown era più umano e tollerabile.
Ora il virus ha perso, grazie alle vaccinazioni e ai comportamenti corretti, la sua carica più aggressiva e violenta.
Camogli, GE
Ma non è affatto venuta meno quella tendenza a spostarsi e lo si apprezza su più versanti. Il turismo innanzi tutto, con l’incessante proposta di vacanze di prossimità alla scoperta dei luoghi trascurati. E poi i tanti progetti legati alla dimensione quotidiana del vivere e alla costruzione del futuro: l’abitazione per tutto l’anno, l’attività lavorativa da riprendere.
Un’eco di queste problematiche la si trova, tra le righe, nel dibattito che ha accompagnato le ultime elezioni locali. Dovrebbe avere un ruolo prioritario tra gli impegni degli amministratori.
Da sempre i borghi hanno rappresentato un richiamo di grande suggestione. C’è sempre stata un po’ di nostalgia per il tempo antico, e nelle grandi città è struggente il desiderio di ritrovare abitudini smarrite. In Italia, i piccoli centri sono luoghi unici. Per storia, tradizione, stili di vita.
Manciano, GR
Il tessuto urbanistico ha caratteri che riesce difficile trovare altrove. L’architettura ha creato “quinte” di prestigio; i piccoli numeri hanno stimolato le relazioni umane; la dedizione all’artigianato e al lavoro di qualità hanno dato qualità alla vita economica. Le diseguaglianze sembrano meno profonde.
I centri storici delle grandi città, incomparabili per maestosità e ricchezza, sono invasi da frenesia e caos, violentati nella loro identità. Il consumismo li ha ridotti a vetrine estranee alle necessità di chi vi abita. Finiscono per esprimere il privilegio estremo, l’imbellettamento incapace di nascondere diseguaglianze e povertà. 
Nei piccoli centri, la lentezza del vivere ha un valore. Sono più diffusi l’aiuto reciproco, il porta a porta, la solidarietà spicciola. «Non sei mai solo quando hai un paese», scriveva Cesare Pavese. Persino fattori come l’isolamento e le difficoltà di accesso non sembrano così negativi. 
Tellaro, SP
Il lessico odierno che raccomanda i piccoli centri e li propone come avventura per il domani ha un forte colore romantico e mostra un’ambiguità di fondo che deriva dall’ignoranza dei danni provocati dalle trasformazioni sociali.
Ripensare a quei contesti è doveroso. Le città sono in debito anche con le loro periferie, che non sono solo quelle urbane. Ce ne sono anche altre: i territori lontani, le case e persone sparse ovunque. Da quei luoghi, la città ha tratto energie, volontà, braccia e speranze, impiegandole al suo interno e non sempre garantendo un’equa distribuzione dei benefici.
Verso il mondo circostante è prevalso l’egoismo ed il disinteresse, così le città sono diventate alberi grandi senza radici profonde.
Lerici, SP
Da anni si assiste ad un imbarazzante spopolamento dei piccoli centri. Con esso, è galoppante la crisi delle attività economica che spinge i giovani ad andare via. I piccoli borghi sono diventati paesi di anziani, spesso in cattiva salute e poco assistiti. Rimangono lì, in compagnia della solitudine.
La vita di paese, fatta di incontri, contatti, luoghi dove poteva esprimersi la vita sociale (dai partiti ai circoli, dalle strade affollate ai bar e alle trattorie), è sempre più precaria. C’è un indebolimento della vita comunitaria. Una perdita di vitalità, anticamera dell’abbandono. Chi può, e ha una vita davanti, cerca altre possibilità, nuove strade. 
Il nodo rimane quello del legame tra i piccoli borghi sparsi sul territorio e la dimensione mastodontica delle città, grandi o piccole che siano. L’interesse odierno verso i centri minori rischia di essere effimero senza una diversa attenzione, una visione che provi ad attribuire un senso nuovo a queste realtà.
Pitigliano, GR
Se vogliamo mantenerle come sono oggi, ritratti di malinconia e declino, possiamo anche continuare a coltivare l’icona dell’isoletta bella nel mare brutto e tempestoso. 
La prospettiva sarebbe tutt’altra se si provasse ad abbattere confini e si guardasse ai piccoli centri come elementi di un tessuto più ampio comprendente la città, sforzandosi di trovare le possibilità di raccordo tra l’una e l’altra dimensione.
E’ un problema di interventi per il recupero del patrimonio edilizio abbandonato, per finanziare nuove attività redditizie nelle campagne, per stendere un piano di viabilità sostenibile che unisca periferia e città.
Vagli di Sotto, LU
Lo spopolamento è una piaga inarrestabile se non contrastata. L’ambizione alta è non solo incoraggiare il ritorno alle origini, ma avere cura dei paesi rendendoli vitali. Serve dunque un rapporto più stretto con le città, una rete che faccia uscire il piccolo centro dall’isolamento e dal senso di inutilità.
È possibile superare le ambiguità sul ruolo che i piccoli borghi possono ancora svolgere per una migliore qualità di vita di tutto il paese, da nord a sud. Cambiando prospettiva, può darsi che si riesca ad avere una visione d’insieme.

Commenti

Post popolari in questo blog

🔎 Viaggio nella Giustizia: i fatti e le scelte #1

🧭 Bussola:  Il caso per decidere della libertà delle persone? Ecco il sorteggio al Csm – Vita da magistrato: storie di vita e sacrifici | Postille: sovraffollamento carcerario e processi sempre più lunghi ▪️ Questo spazio analizza la riforma costituzionale al voto e i problemi della giustizia. Il referendum riguarda libertà e sicurezza di tutti. Offriamo spunti per capire i possibili cambiamenti nella vita quotidiana, per una scelta consapevole. L’interrogativo di oggi 🏷 Affideresti la tua libertà al caso? Il sorteggio per i membri del CSM è presentato come la cura al "correntismo", ma rischia di trasformare il governo della giustizia in una lotteria. Estrarre a sorte chi deve garantire l'indipendenza dei magistrati significa rinunciare alla valutazione del merito e della responsabilità. Una giustizia affidata al caso è ancora una giustizia affidata alla Legge? 👉 [Leggi l’analisi completa: " E se la tua causa dipendesse da un'estrazione a sorte? L'insidia ...

💿 Dolores O’Riordan: proteggersi da solo? Musica come cura e monito

«E’ vero ciò che la gente dice: “Dio protegge chi si aiuta da sé, a proprio modo”.  E spesso mi sono chiesta “Chi protegge coloro che non riescono a proteggersi da soli?”» Fee Fi Fo (The Cranberries) L'ombra degli abusi e il disagio di vivere (Marina Zinzani) ▪️Una storia di abusi e il fascino della musica. Dolores O’ Riordan, la cantante dei “Cranberries” ha parlato in alcune interviste del suo buco nero, iniziato quando da bambina ha subito molestie da un amico di famiglia, molestie durate anni. Forse da lì sono partiti i suoi disturbi, l’anoressia, il disturbo bipolare, la depressione, il disagio di vivere che le aveva fatto pensare al suicidio. La musica: linguaggio dell'anima e forma di cura Ha parlato anche del suo dedicarsi alla musica, allo scrivere canzoni come una cura. Musica come forma artistica che tocca linguaggi dell’anima che sono comprensibili, in una sorta di tam tam misterioso che rende la vita più interessante, più piacevole, e fa sentire una voce amica, ...

👩‍🏫 La prima supplenza: tra pugno di ferro e cuore degli alunni

(Introduzione a Daniela Barone). C'è una foto che ritrae Daniela Barone tra i suoi primi studenti: capelli biondi, sguardo deciso e quel misto di orgoglio e apprensione che accompagna ogni esordio. Quella foto, che oggi pubblichiamo, è il fermo immagine di una battaglia vinta. In questo racconto, Daniela ci riporta indietro a una quinta classe di un Istituto Professionale per Odontotecnici, tra lanci di palline di carta e sguardi di sfida, svelando il segreto di quel mestiere difficile che non si impara sui libri: la capacità di trovare la "chiave giusta" per aprire il cuore degli alunni. Il sogno del registro e l'esordio agli Odontotecnici (Daniela Barone) ▪️ Quando ero una bambina di nove anni mi piaceva giocare a fare la maestra scribacchiando su un quadernetto a righe a mo’ di registro scolastico. Quest’attività tanto gradita faceva presagire che da grande sarei diventata un’insegnante, magari d’inglese, la mia materia preferita. Dopo il liceo fu il mio fidanzato ...

🎞️ Fermo immagine n. 1 / Note di lettura

🔍 Focus:  La capacità di "decidere bene" nei processi • varosha, città fantasma di Cipro e l'umanità perduta • natale: il senso del vuoto e la ricerca di interiorità • Uno scatto che isola momenti e spunti apparsi sul blog, per sottrarli alla velocità della rete e restituirli alla lentezza della lettura. Pause, nel flusso degli eventi, prima di riprendere il cammino. ⚖️ La capacità di "decidere bene": il grande assente nella riforma della magistratura di Angelo Perrone. Una riflessione critica che sposta l'accento dalle procedure burocratiche al cuore della funzione giudiziaria: l'attitudine al giudizio. Un'analisi su ciò che le riforme attuali sembrano trascurare nel definire la professionalità del magistrato. 👻 Varosha e il vuoto: la città fantasma di Cipro come specchio interiore di Daniela Barone. Un viaggio tra le macerie e il silenzio di una città sospesa nel tempo. Il racconto narrativo di un luogo abbandonato che diventa occasione per inter...

🥀 Vederti infine deriso, il coraggio di riconoscerti nel distacco

  (Introduzione a Maria Cristina Capitoni). C’è un istante preciso, spesso doloroso e controintuitivo, in cui amare qualcuno significa fare un passo indietro e lasciarlo solo davanti al giudizio del mondo. È il momento in cui la protezione cede il passo al riconoscimento: non sei più un’estensione delle mie ansie, ma un individuo che affronta il suo destino. Questa poesia cattura esattamente quel passaggio, definendolo come la “prima vera vittoria» dopo anni di fatica. (Maria Cristina Capitoni - POESIA) ▪️ Il momento della resa Vederti infine deriso piccolo mio e trattenere a stento  la tua difesa  quasi ti avessi spinto io  in quell’arena, La vittoria del riconoscimento fu la mia vittoria  la prima vera di una vita  dopo anni di fatica  t’ho riconosciuto La consapevolezza finale non chiedermi aiuto è stato quel che doveva adesso l’ho capito. ✒️ Post scriptum  Il testo gioca sulla tensione tra l'istinto primordiale della difesa («trattenere a sten...