Le diseguaglianze negano il diritto di tutti alla felicità. Nessuno può girarsi dall’altra parte
di Mariagrazia
Passamano *
Cinque anni fa, nel 2012, le Nazioni Unite hanno
individuato 6 indici fondamentali per definire il grado di felicità dei
cittadini di un Paese: Pil procapite, aspettativa di vita, libertà, generosità,
sostegno sociale e assenza di corruzione; dunque sarebbero questi i criteri di
valutazione della nostra felicità e il World Happiness Report 2017 –
pubblicato dal Sustainable Development Solutions Network– posiziona
l’Italia solo al 48° posto.
Ciò che noi, attraverso l’Associazione
“GiovanIrpinia”, rivendichiamo è proprio questo: la possibilità di realizzare
questo diritto alla felicità, alla scelta, e dunque chiediamo la rimozione di
quegli ostacoli che si sostanziano nell’impossibilità di vivere la nostra
terra, nella disoccupazione, nella corruzione, nella conseguenza drammatica
dello spopolamento delle aeree interne, nel non poter costruire un futuro qua
dove siamo nati e di non poter contribuire alla crescita del nostro Paese
grazie alle nostre competenze e al nostro lavoro.
La crisi attuale, per come si sta evolvendo, oltre ad
avere drammatici effetti immediati rischia di compromettere il futuro economico
del nostro paese, con conseguenze anche maggiori nel medio termine. A
risentirne di questa condizione corrente non è solo l’economia ma tutta la vita
sociale del Paese, con probabili effetti di ritorno sull’economia stessa.
Inoltre va osservato che l’elevata disoccupazione giovanile ha ripercussioni
profonde sulla struttura della comunità e sulle stesse abitudini di vita degli
italiani: ritarda l’uscita di casa dei giovani, frena la costituzione di nuove
famiglie, ritarda la procreazione e abbassa il numero dei figli.
Emblematica appare una vecchia storiellina –
raccontata verso la fine del suo discorso sulla Costituzione il 26 gennaio 1955
da Piero Calamandrei – “Vi erano due emigranti, due contadini, che
attraversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini
dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran
burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo
contadino impaurito domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo
dice: “Se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda”. Allora lui
corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: “Beppe, Beppe, Beppe, se
continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda!”. Quello dice: ” Che
me ne importa, non è mica mio!”.
Invece questo “piroscafo” è nostro, è di tutti noi, e
siamo sempre più persuasi del fatto che il Mezzogiorno – così come il resto del
Paese – non possa salvarsi con il sacrificio di pochi, ma solo con il
contributo di tutti e soprattutto con il sostegno reale ed incisivo della
classe politica. Ed è per questo che noi di “GiovanIrpinia” vi chiediamo di non
girarvi dall’altra parte. Rimaniamo aggrappati ad un sogno che si intreccia con
le speranze dei nostri Padri e che continua a camminare sulle nostre gambe, e
che si sostanzia nell’idea di rinascita.
Vorremmo pertanto che l’Italia: garantisse ai giovani
un futuro nel nostro Paese; permettesse ai giovani di realizzare qui i propri
sogni; aiutasse i giovani a contribuire al bene comune della Nazione;
promuovesse tutte le azioni utili per una piena valorizzazione dei giovani;
ponesse un freno al continuo spopolamento delle aree interne, che causa
l’accentramento di milioni di persone in poche e invivibili aree metropolitane;
ponesse al primo posto nell’agenda politica nazionale ed europea la questione
giovanile; garantisse la dignità e il diritto al lavoro a tutti.
* Scrive sul blog Invent(r)arsi
* Scrive sul blog Invent(r)arsi
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