di Cristina Podestà
Una sera d’inverno in un periodo difficile. Un momento senza o con troppi eventi. Un sapore di antichi presagi, mai colti al momento propizio. Un dolore sordo e lontano ma costantemente presente.
Una fame di vita agognata da troppo oramai. Un silenzio assordante nelle notti nascoste. Poi un sorriso accennato che accende uno spiraglio di luce.
Un invito a sperare in un mondo che torni luminoso con la velocità con cui si è spento. Un abbraccio desiderato che avviene a distanza. Un segnale di vita che torni a risorgere.
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