di Davide Morelli
Secondo Tucidide «la paura della peste distrusse Atene, non la peste». Ma è altrettanto vero che molti, per esorcizzare o rimuovere la paura della morte, non hanno l'esatta percezione dei morti, della dimensione colossale della tragedia.
Aveva ragione Piergiorgio Oddifreddi quando dichiarava che tra il 1969 e il 1989 sono morte di “terrorismo interno” poco più di 300 persone. In un anno di Coronavirus ne sono morte più di 70.000. Bisogna far girare l'economia, ma di questi scomparsi e delle loro storie non parla nessuno. Forse non possiamo ancora elaborare il lutto perché siamo in trincea. Però prima o poi dovremmo affrontare questo grande trauma collettivo.
Dobbiamo certo pensare a tutte le imprese che rischiano di chiudere, ma bisogna anche ricordare chi muore da solo in terapia intensiva. Da un lato è vero che dovrebbe essere prioritaria la sacralità della vita e dall'altro è altrettanto vero che il sistema sanitario crollerebbe senza l'economia: ciò non è cerchiobottismo, purtroppo è la realtà.
I politici? Il centrodestra non voleva i soldi del Recovery Fund (Salvini e la Meloni vorrebbero uscire dall'Europa, però il 36% del debito pubblico è in mani straniere, soprattutto europee. Per non parlare delle speculazioni a cui saremmo soggetti. Noi non abbiamo una economia forte come quella inglese) e il centrosinistra non sa come utilizzare i fondi europei.
Ma ritorniamo al Coronavirus; ogni atteggiamento/comportamento si situa su un continuum ai cui poli opposti troviamo la paranoia, i meccanismi psichici di difesa (quindi il negazionismo, l'idea del complotto) e l'ipocondria. I proclami «No vax, no covid, no mask» negano l'evidenza dei fatti. Non solo ma per qualsiasi nostro convincimento sul maledetto virus troviamo un virologo che la pensa come noi e questa è la dimostrazione ulteriore dell'infodemia.
Si può dubitare di tutto, ma è meglio rimanere ancorati alla realtà. I morti per il virus possono essere sovrastimati o sottostimati: nessuno di noi è Luca Ricolfi, per ora è meglio prendere i numeri per buoni. Filosoficamente sarebbe l'ora di andare oltre la biopolitica, i biopoteri, le limitazioni di libertà e Foucault.
Bisogna sempre ricordarsi che ogni contagio è questione di microparticelle. A onor del vero è meglio avere timore. Ho letto tempo fa una striscia che era composta da due vignette: un uomo stravaccato sul divano nel 2019 con il commento «fallito di merda», lo stesso uomo stravaccato sul divano nel 2020 con il commento «uomo responsabile».
Mai come oggi bisogna essere guardinghi e sentirsi fortunati per essere vivi e in salute insieme ai propri cari. Purtroppo non bisogna mai dare niente per scontato. Non è il momento di affermare «io sono». Non è il momento di declinare se stessi in ogni modo, ma di considerarsi fortunati di esistere ancora.
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