di Cristina Podestà
La logica manca. Leo non comprende. Due giorni prima aveva vissuto una situazione che lo aveva reso felice e portato al settimo cielo: la poesia delle sue labbra, l’eco scivolata giù nella valle di corsa, le parole gridate nel vento, le mani strette. E adesso Susanna era così algida, lontana e quasi assente.
Provò a chiedere ma lei si spostò, senza nemmeno sembrare la stessa persona che fino al giorno prima lui aveva amato in modo incondizionato. Leo percepiva, adesso, la privazione dei suoni dell’amore e l’avvicinarsi di una burrasca nel suo cuore, non preventivata.
Pallida la ragazza lo teneva a distanza, in mezzo a tanti amici lui si sentiva solo, isolato, attanagliato da un dolore lancinante, reso più forte dal fatto di non capire. A Leo sembrava di vivere in una bolla, sentiva lontane le parole altrui, accorgendosi che il suono dell’amore aveva reso quei giorni appena trascorsi come speciali e irripetibili, mentre adesso un piombo atroce gli pesava sul cuore.
Susanna non lo degnava di uno sguardo e Leo, dopo avere fatto i conti con la realtà e comprendendo almeno in parte che non era accaduto ciò in cui lui aveva sperato, si voltò deciso a non svendere la propria dignità, pur con un urlo interiore che squarciava il cielo, e corse via senza tornare mai più sui suoi passi.
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