Si dice che il dialogo sia come un filo, un filo soggetto all’usura del tempo, all’arrivo della pioggia, al bruciare dei raggi del sole, un filo che non sembra d’oro ma dentro ha una parte sottile di oro.
Il dialogo è concime. La madre che instaurerà un dialogo fin da subito con i figli, che avrà il tempo di ascoltare, di scendere nelle piccole vite dei bambini, avrà operato per il bene, i frutti prima o poi arriveranno, il concime sparso con amore porterà sicuramente dei risultati.
Il dialogo è un passo avanti, è il dimenticarsi il proprio ego, il cercare di capire le necessità dell’altro. È modulazione, diplomazia, anche nelle questioni più personali ed intime. È un lasciar correre il pieno soddisfacimento di sé, per un benessere comune.
Quando si interrompe un dialogo, quel filo si spezza, e non si comprende sul momento l’oro che quel filo ha dentro. Quando si perdono le parole, le parole, le parole, rimane tanto altro, il risentimento, la rabbia, l’orgoglio, le suggestioni, e tutto diventa sterile.
Setsuko guarda l’acqua del fiume e pensa a tutte le volte in cui le parole si sono perdute, alle persone che non dialogano più. Sarebbe il creare una serenità con pochi mezzi, in fondo, cedendo, cercando, donando.
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