di Marina Zinzani
Che cos’è l’umiltà, si chiede Setsuko guardando l’acqua che scorre. È l’imparare, il sentirsi piccoli per poi crescere, come una pianta che si nutre di sole, di aria, di vento.
Quel vento portatore di conoscenza, di emozioni, in grado di impreziosire un’esistenza.
L’umile è aperto al mondo. Chi crede di essere sempre dalla parte giusta, chi pensa che i suoi pensieri bastino, chi ha concetti granitici dentro di sé, non conosce le sfumature, i colori che mischiati fra di loro creano altri colori, non conosce un prisma la cui verità cambia girandolo appena un po’.
La persona piena di sé non fa sforzi per conoscere realtà diverse, non ha empatia. Vive anche bene, il più delle volte. Conosce poco la malinconia, la sofferenza sottile, anche se non vivrà mai quel momento magico in cui l’armonia sembra scesa sulla terra.
L’umile percepisce la lunga strada che hanno fatto i grandi perché fossero tali. Il successo che queste persone hanno raggiunto non è il successo decretato da altri, ma un sentire dolce, l’essere in pace, avere umanità.
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