di Marina Zinzani
Si deve aprire la porta. Qualcuno suona alla porta. Qualcuno ha suonato, si deve per forza rispondere.
Quando una persona viene a mancare, si ripensa alla sua vita, alle porte che ha dovuto aprire. Alle notizie che ha ricevuto, dopo aver aperto la porta.
Notizie terribili. Persone che non dovevano entrare, eventi che non dovevano esserci. Porte aperte e qualcosa che ha richiesto coraggio, forza, il non cedere alla stanchezza, il non potere permetterselo.
Setsuko, guardando l’acqua del fiume che scorre, ripensa anche alle porte aperte dove si presentava un sorriso, un evento lieto, una bella novità.
O qualcuno che portava una piantina da far crescere, i semi per i fiori che sarebbero nati in giardino, creando alla fine una moltitudine di colori che richiamavano la grazia e la vita che cresce, una pianticella, un fiore, le api, la terra.
La simbologia della porta e di chi suona alla porta ci accompagna fino alla fine. L’evento che entra nella nostra casa. Una lacrima scorre sul viso di Setsuko, ma il ricordo di quei fiori, di quel giardino creato con tanto amore resta, resterà per sempre.
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