Gloria Swanson in Norma Desmond |
di Marina Zinzani
Il viale del tramonto è un tema che è stato trattato più volte al cinema, non solo con il film di Billy Wilder con Gloria Swanson, che parlava di un’attrice prigioniera del suo passato.
Al di là delle storie, si avverte il viale del tramonto anche di fronte ad attori che un tempo erano state icone di bellezza, interessanti, protagonisti di film memorabili, e poi si ritrovano anni dopo sullo schermo con un aspetto in cui i segni del tempo sono evidenti.
Il loro corpo ricorda quanto la bellezza sia effimera, quanto le inquietudini e gli eccessi abbiano trasformato un idolo in una persona comune, in cui però il cambiamento appare più crudele.
Questo succede soprattutto nelle attrici, perché, per quanto sia, un uomo potrebbe apparire anche più interessante con gli anni, rispetto a quando era giovane. Per la donna questa trasformazione è più difficile. Il tempo che passa si vede attraverso le rughe, il corpo appesantito, un eventuale ritocco estetico che non ha migliorato le cose. La luce accesa a suo tempo si sta spegnendo.
Nella vita dei comuni mortali, il viale del tramonto si trova in tante situazioni. Si trova nella sensazione, a metà fra l’affetto e l’antagonismo, di alcune madri che vedono la giovane figlia nel pieno splendore mentre loro appaiono come un fiore che sta quasi sfiorendo. Tutto è superato con l’affetto, certamente, ma per alcune madri c’è qualcosa di impietoso in questa contrapposizione, e infatti cercano di rimanere giovani, di vestirsi e truccarsi da giovani, creando comunque un quadro non così armonioso. Il loro corpo non viene rispettato, anche valorizzato come dovrebbe. Si può essere interessanti anche senza cercare di apparire come una ventenne.
Il tempo che passa si avverte nel ricambio generazionale, ad esempio in luoghi di lavoro dove il vecchio dipendente, vicino alla pensione, sta per essere sostituito da un giovane dinamico, che conosce i segreti di un computer, e di mille altre cose che appaiono essenziali oggi.
Il mondo di questo vecchio dipendente appare superato, antiquato, tutto scorre veloce e lui si è dovuto adeguare con una certa difficoltà alle moderne conoscenze necessarie per lavorare. Eppure ha dato tanto al suo lavoro, ha messo impegno, costanza, non si è mai tirato indietro di fronte a nulla. Oggi, in vista della tanto desiderata pensione, lui rischia di apparire come qualcosa di obsoleto, che verrà sostituito senza rimpianto.
Il viale del tramonto si trova anche nel gestire un’attività, anche qui oggi tutto corre rapido, il mercato ha rivoluzionato le cose. L’amore e la passione per il proprio lavoro è cosa che si sta spegnendo, si pensi all’artigianato, ad esempio. Forse tutto questo sparirà mano a mano che chiuderanno le botteghe, perché l’artigiano non ce la fa più a stare a passo con il mercato che offre prodotti simili a prezzi stracciati. La dedizione di una vita, il lavoro manuale e accorto stanno sfumando.
Il mondo veloce sostituisce i pezzi che non funzionano più, tutto deve apparire dinamico, nuovo, invitante. Le persone vivono questo accantonamento, il loro considerarsi “superate”, in silenzio, con l’inquietudine di uscire da qualcosa che è stata la loro vita, senza averne un’altra di veramente interessante.
Il discorso riferito alla politica è diverso: le persone si aspettano efficienza, competenza, solidità da chi ci governa. E certamente onestà e il senso del bene comune, così spesso dimenticato. La politica decide del nostro futuro e di quello dei nostri figli.
Soprattutto in questo periodo così difficile in cui tutto sembra vacillare sotto innumerevoli tensioni, si cerca un riferimento che dia fiducia, stabilità, in cui uscire dai meandri in cui si è finiti. Il viale del tramonto di un personaggio politico può apparire malinconico, e lui dovrebbe comprendere quando è il momento di ritirarsi e lasciare il campo a qualcun altro. Ne è in gioco la sorte di tutti, in fondo.
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