di Liana Monti
Un breve racconto che narra la storia di alcune persone che vivono in un paesino della Sicilia. Gente semplice, onesta, laboriosa.
La vicenda diventa particolare in quanto si incentra su un possibile matrimonio fra due persone apparentemente molto diverse nell’aspetto esteriore, ma che hanno in realtà in comune una grandissima affinità di carattere e che nonostante alcune contrarietà della vita, in realtà superabili brillantemente con un po' di senso pratico e dell’ironia, capiscono che possono realmente programmare un futuro insieme.
“Sarebbe il matrimonio ideale! Una vendetta meravigliosa contro la natura sarebbe! Sì! Contro la natura che ha fatto lei tanto grande, e me così piccolo!”
Nonostante lo sgomento delle rispettive famiglie, le burla iniziali della “gente”, alle quali gli stessi protagonisti ridono di gusto, noncuranti di ciò i due ragazzi si sposano, si amano, sono felici insieme ed hanno dei figli.
La questione sembra quindi risolta in una sorta di vissero tutti felici e contenti. C’è però un aspetto che deve rimanere al di fuori delle burle e delle farse e che crea afflizione, che è il ruolo genitoriale sul quale non è accetta nessuna derisione. L’essere padre è un ruolo che va rispettato per il bene stesso dei propri figli.
“Un marito e una moglie possono far ridere finché vogliono; ma la paternità non può essere non essere una cosa seria.”
La propria condizione personale, e la propria serenità emotiva, viene condizionata da come gli altri ci vedono, da come gli altri parlano di noi, e questo intacca e scalfisce le proprie certezze e il proprio equilibrio. Questo tema è spesso ricorrente nelle opere di questo grandissimo autore.
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