Pieter Bruegel, Il paese della Cuccagna, 1567 |
di Paolo Brondi
(Oltre il “particolare”: come aprire le porte al
futuro)
"I
popoli, gli individui sono come degli innocenti fiorellini - diceva Hegel -,
che la storia calpesta". Questa è un’immagine terribile degli effetti
della storia e, di fatto, spesso sono stati assai pesanti, attraverso il
ricordo dei morti, dei torti subiti e quindi fonte di sentimenti di vendetta o
di rivalsa e d’ideologie nazionalistiche.
Ma gli insegnamenti della storia non sono necessariamente un destino, tant’è che nella società di oggi gli individui non se ne sentono partecipi, facili all’oblio perché essenzialmente interessati a ciò che essi hanno di particolare.
Ma gli insegnamenti della storia non sono necessariamente un destino, tant’è che nella società di oggi gli individui non se ne sentono partecipi, facili all’oblio perché essenzialmente interessati a ciò che essi hanno di particolare.
La
storia si è fatta cronaca e la società si è ridotta a una collezione d’individui
in cui ciascuno difende la propria vicenda, la propria singolarità. C’è chi lo
fa in modo sommesso, l’uomo comune, l’operaio, la donna, i giovani. C’è chi
urla, fa proclami, riempie le pagine dei giornali, si difende a gran voce. Parrebbe
realizzato l’auspicio di Herbert Marcuse, quando, nel suo libro L’uomo ad
una dimensione, affermava: "Ormai il sistema è capace di controllare
la coscienze e di appiattire i conflitti sociali, fino al punto che tutti gli
individui sono perfettamente integrati nel sistema e non c’è più nessuna
prospettiva rivoluzionaria.
A meno
che questa prospettiva rivoluzionaria non riparta dal soggetto, dalla sua
semplice volontà di staccarsi, di non lasciarsi omologare, richiamandosi quindi
ad una sorta di spirito utopico, di volontà soggettiva di trasformare il mondo
e di non lasciarsi integrare in esso". La rivoluzione auspicata da Marcuse
potrebbe essere positiva se il soggetto difende il passato rendendolo fruttuoso
per il presente e lo considera come "il sogno di una cosa", già predicato
da Marx, come aspettativa racchiusa nel passato, che ci apre le porte verso il
futuro. Se invece, è prevalente l’utopia e con essa l’oblio di ogni passato può
accadere che quell’individuo compia scelte nel senso dell’inversione del mondo
e così, in un mondo alla rovescia potrebbe accadere di precipitare nel mondo
della Cuccagna, di cui famoso è lo slogan “ Questo è il paese di Cuccagna, dove
chi meno lavora più guadagna".
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