di Marina Zinzani
(Commento a “Liberi ed eguali”, PL,
29.11.16)
Restituzione.
Significato della parola restituzione. Si usa per definire qualcosa che deve
essere ridato, perché ricevuto, prestato, o preso. Soffermandoci su
quest’ultima parola, preso, prendere, e sull’altra, restituire, e inserendone
una terza, diritti, si potrebbe scrivere la maggior parte della storia
dell’umanità: la restituzione di diritti presi.
E’ in nome di questo che si sono combattute guerre, che si sono fatte lotte, che si sono cercate strade per avere, disperatamente, tragicamente, la restituzione di qualcosa che è stato tolto.
E’ in nome di questo che si sono combattute guerre, che si sono fatte lotte, che si sono cercate strade per avere, disperatamente, tragicamente, la restituzione di qualcosa che è stato tolto.
La
Costituzione ha fissato dei punti, dei capisaldi per non perdere la rotta, per
affermare principi che andassero nella direzione del restituire: restituire
dignità ad un popolo, restituire una vita che abbia condizioni accettabili,
decorose.
“Se voi
volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione,
andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono
imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per
riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché
lì è nata la nostra costituzione.” (Piero Calamandrei)
Calamandrei
parlava indirettamente di restituzione della libertà e della dignità. Si
possono fissare dei principi sulla carta, scrittura come espressione di uno
sguardo illuminato. Per permettere la restituzione di qualcosa, in fondo di ciò
che gli spetta agli uomini.
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