Foto Tgcom24-Mediaset |
Non è tempo di favole, come quelle che si ascoltano nel dibattito politico
di
Paolo Brondi
Ascoltare
favole, magari al calore di un ceppo acceso e nella suadente atmosfera della
voce del nonno è un messaggio d’amore e di consolazione per nipoti e adulti. Ma
favole che vengono tessute e ritessute
nelle varie campagne elettorali, pregne di ridondanti promesse e, talvolta,
umilianti e perverse polemiche, sono un abbruttimento non solo della mente, ma
di tutta la persona.
Così
si giunge alle scelte di oggi, ma per l’avvenire sarebbe necessario ripensarle.
Ricordate la metafora di Machiavelli, scritta a Guicciardini nel maggio 1521?
“/Quegli
cittadini/ vorrieno un predicatore che insegnasse loro la via del Paradiso, io
vorrei trovarne uno che insegnassi loro la via di mandare a casa il diavolo;
vorrebbero appresso che fosse huomo prudente, intero, leale; io ne vorrei
trovare uno più pazzo che Ponzo, più versuto che fra Gerolamo, più ipocrita che
frate Alberto, perché mi parrebbe una bella cosa degna della bontà di questi
tempi che tutto quello che noi abbiamo sperimentato in molti frati, si
esperimentasse in uno, perché io credo che questo sarebbe il vero modo ad andare in paradiso, imparare la via
dell’inferno per sfuggirla”.
Nessun commento:
Posta un commento