Careggine, Lucca (foto ap) |
La
chiocciolina nel suo lento, ma sicuro cammino. Una condizione
anche umana: la fragilità che si mescola alla forza. Con il mistero del
suo destino finale
(ap) La
giornata, limpidissima. I raggi filtravano tra le foglie senza alcuna
esitazione. Ma non fu per quello che la vidi subito. Nitidamente. Un momento ed
avevo la macchina fotografica in mano. Uno, due, tre scatti. Non era né timida,
né esitante, nonostante si fosse accorta di me, la chiocciolina dal guscio giallo
con le striature nere, sul ramo d’albero. Anzi. Spedita, coraggiosa, sembrava
sapesse dove andare.
Avere
una meta, la soddisfazione di percorrere un certo tratto. Non era baldanza o
strafottenza, così mi parve. Piuttosto una tranquilla serenità, un procedere
lento certamente, ma a suo modo sicuro, consapevole. Potevano esserci ostacoli,
contrattempi, ma il viaggio sarebbe proseguito. Fino a dove?
Ad un certo punto
era proprio davanti a me, il corpo teso. In avanti. Ormai eravamo vicinissimi.
Mi guardava forse, chissà. Sembrava voler dire: vado avanti nonostante le
asperità, vedi anche tu che ci sono, ma non mi rallentano.
Mentre
sceglievo le foto da associare a Fotografare,
un’arte che si confronta con la vita (PL, 6/5/19), pensai subito a quelle
immagini. Ricordavo il momento con la stessa nitidezza che hanno le ore di prima
mattina.
Perché il ricordo di quelle inquadrature che mostravano lei, la
chiocciolina, nel suo lento ma coraggioso incedere sul ramo? Quale fascino
sottinteso? Era solo un animaletto: fragile quanto sicuro, ma non temerario, guardingo
quando girava le antenne sulla destra e sulla sinistra.
Bianca Mannu, nei suoi
interventi (Il
viaggio della chiocciolina, Siamo
noi, quella chiocciolina (PL, 17 e 20/5/19) a commento del testo
sul fascino dell’arte fotografica, se lo è chiesto, provando a rispondere.
La
strana parentela tra la piccola chiocciolina e gli esseri umani, su cui si
sofferma, non è ardita o paradossale. Davvero siamo come lei, la chiocciolina:
fragili ma in possesso di una singolare bellezza? Alle prese con mille
difficoltà, eppure dotati di una forza interiore, ignota persino a noi stessi,
che, forse, ci salverà?
Quel giorno distolsi
lo sguardo, soddisfatto delle immagini catturate, ma, quando tornai a guardare,
lei non c’era più. Su quel ramo così lungo, con tanto spazio ancora da
percorrere. Un’altra perplessità: aveva anche accelerato, scoprendo in sé
stessa una velocità innaturale?
Di proposito non volli scoprire dove fosse
andata: tra le foglie della vicina siepe, oppure, più temeraria, sul prato
sottostante, in cerca della rugiada lasciata dalla notte. E’ anche un po’
misterioso il viaggio libero di una chiocciolina.
Nessun commento:
Posta un commento