di Laura Maria Di Forti
(Introduzione di Angelo Perrone)
(Angelo Perrone) Quante volte avremmo voluto farlo, sì tornare sui nostri passi, a quel preciso momento in cui abbiamo fatto una scelta, o l’abbiamo mancata. Ieri, o ancora più in là nel tempo, è lo stesso. Con gli occhi di oggi, sapremmo come fare, quali aggiustamenti apportare, e ce ne crucciamo amaramente.
Ma poi lo avremmo fatto davvero? Come ci saremmo comportati tornando indietro? Forse c’era un motivo se la storia ha preso un certo verso. Non pensiamoci più. Farsene una ragione, si dice quando si vuol mettere a tacere la coscienza, o tirare un sospiro di sollievo. Non rimane altro.
Raccogliamo qui alcuni pensieri, suggeriti a Laura Maria Di Forti da pezzi celeberrimi della musica contemporanea. Testi già pubblicati: L’uomo che amo di Gershwin, Gelosia di F. Mercury, La musica è finita di Bindi, Nisa, Califano, Quel che resta dei nostri amori di C. Trenet, Strangers in the night di Kaempfert, Singleton, Snyder, Ed io fra di voi di Charles Aznavour e Sergio Bardotti.
Dopo Senza fine di Gino Paoli, Non, je ne regrette rien di Charles Dumont e Michel Vaucaire, ecco Yesterday di John Lennon e Paul McCartney
Yesterday di John Lennon e Paul McCartney
Ieri ero felice, ieri c’era lei con me. Poi, tutto è cambiato, lei è andata via, lontana, dimenticandosi dei giorni felici trascorsi insieme.
Ha tutto cancellato, tutto travolto da altre mete cui tendere. Ma io no, io rimango qui in attesa che tutto ricominci, che tutto torni come prima, come ieri.
Forse è passato tanto tempo, forse un mese o un anno, ma per me era ieri.
Vago come un automa, sembro l’ombra di me stesso, una nuvola nera mi avvolge offuscando ogni senso, ovattando la mente. Sono uno straccio, un fantasma che aspetta solo che torni ciò che avevo ieri.
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