sabato 11 agosto 2018

Montgomery Clift

Il tormento di una generazione, il segreto del proprio malessere

di Marina Zinzani

Un uomo gira nella notte, barcolla, è ubriaco. Si sofferma davanti ad un locale equivoco, dove entrano ed escono degli uomini. Si alza il bavero del cappotto, e lentamente torna verso casa. Una casa vuota.
Alcol e solitudine, il volto che porterà per sempre i segni di un terribile incidente stradale. Un’inquietudine che non passa con niente, tenuta a bada solo con il lavoro e qualche preziosa amica.
Lui è Montgomery Clift, Monty lo chiamano, e il suo è il dramma silenzioso di un attore che fa sognare il mondo, che potrebbe avere centinaia di donne ai suoi piedi, ma che non riesce a frenare la discesa negli inferi.
La storia inizia da lontano, sua madre è una donna autoritaria, fredda, che cerca attraverso i figli un riscatto per essere stata abbandonata dalla propria famiglia. Li fa viaggiare, studiare, vuole il successo per loro. E Monty ci arriva presto, frequenta anche lui l’Actor’s Studio di Strasberg, sono gli anni di Marlon Brando e James Dean. Si fa notare per “Un posto al sole” nel 1951, a cui seguiranno altri successi, “Io confesso”, “I giovani leoni”, “Gli spostati”.
Incanta, con i suoi occhi verdi, con un’aria così diversa da quella rude, feroce, sensuale di Marlon Brando. Monty è sensibile, raffinato, introverso, parla poco, la sua recitazione è contenuta, fatta di pochi movimenti, di sguardi. Ma buca lo schermo.
Anni di cinema che rappresenta il cambiamento della società, l’allontanarsi dal romanticismo. Si mostra il disagio di una nuova generazione, la generazione perduta,  quella di Marlon Brando e James Dean. Quella di Monty è una ribellione in apparenza più contenuta, non violenta, ma enorme è il peso che l’uomo si porta dentro. E anche il suo è  il tormento di una generazione che non riesce a gioire, che ha i segni di una profonda insoddisfazione, ed è alla ricerca di altro, un qualcosa dai contorni indefiniti.
Non è solo la corrente di malessere dei giovani di quel tempo a tormentare Monty. E’ un problema fra sé e sé. E’ un segreto che non si può dire, di cui sono a conoscenza in pochi. Liz Taylor è una di queste. E’ lei che lo salva dal soffocamento, quando lui ha quell’incidente in auto che gli deturperà il volto. E’ lei che gli diventa amica, confidente, sorella. Lei lo ama da sempre.
Il clima dell’epoca di caccia alle streghe, l’omosessualità vista come malattia psichiatrica, la messa all’indice dell’industria del cinema se questa verità si palesava, l’incapacità di relazionarsi, raccontarsi, convivere, venire a patti con la propria natura: è questa realtà che spetta Monty a casa, fra le quattro mura, quando vi torna durante una notte senza fine, un buio che diventa buio anche nel giorno.
Solo il cinema accende la luce, illumina il suo mondo, e la sua sensibilità estrema, dolorosa, la sua capacità di approfondire personaggi, di essere all’altezza di un ruolo, qui riescono a convivere, superando il male di vivere.
Le donne lo amano, e lui le ama come amiche, creando rapporti dolci e forti. Ma non basta. Il senso di colpa, il vivere una identità sessuale ritenuta sbagliata, vergognosa per l’epoca, lo avviluppano,  come l’abbraccio di un Caronte che lo traghetta negli inferi. Un lento suicidio viene definita la sua vita.
Quando il suo volto devastato dall’incidente, ricostruito ma non più come prima, quando l’industria del cinema non tollererà più la sua non sottomissione alle sue leggi, ma la sua indipendenza, quando la salute presenterà precocemente forti malesseri, Monty si ritroverà solo con i suoi demoni, imprigionato, senza via d’uscita. Con alcol e droga come unico conforto.  Muore a 46 anni.
Si racconta che una notte, disperato, abbia telefonato alla madre, dicendo “Dammi un po’ della tua forza”. Lei gli rispose: “Ti sembra questa l’ora di chiamare?”
In queste parole è descritto tutto il dramma di uomo delicato, troppo delicato per l’epoca in cui già si intravedevano i nuovi ideali di apparenza, successo, denaro.
Monty era altro, e non ha trovato molte persone lungo il cammino che potevano comprenderlo. Solo Liz Taylor, l’amata Liz, che non lo abbandonerà fino alla fine.

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