Il tormento di una generazione, il segreto del proprio malessere
di
Marina Zinzani
Un
uomo gira nella notte, barcolla, è ubriaco. Si sofferma davanti ad un locale
equivoco, dove entrano ed escono degli uomini. Si alza il bavero del cappotto,
e lentamente torna verso casa. Una casa vuota.
Alcol
e solitudine, il volto che porterà per sempre i segni di un terribile incidente
stradale. Un’inquietudine che non passa con niente, tenuta a bada solo con il
lavoro e qualche preziosa amica.
Lui
è Montgomery Clift, Monty lo chiamano, e il suo è il dramma silenzioso di un
attore che fa sognare il mondo, che potrebbe avere centinaia di donne ai suoi
piedi, ma che non riesce a frenare la discesa negli inferi.
La
storia inizia da lontano, sua madre è una donna autoritaria, fredda, che cerca
attraverso i figli un riscatto per essere stata abbandonata dalla propria
famiglia. Li fa viaggiare, studiare, vuole il successo per loro. E Monty ci
arriva presto, frequenta anche lui l’Actor’s Studio di Strasberg, sono gli anni
di Marlon Brando e James Dean. Si fa notare per “Un posto al sole” nel 1951, a
cui seguiranno altri successi, “Io confesso”, “I giovani leoni”, “Gli
spostati”.
Incanta,
con i suoi occhi verdi, con un’aria così diversa da quella rude, feroce,
sensuale di Marlon Brando. Monty è sensibile, raffinato, introverso, parla
poco, la sua recitazione è contenuta, fatta di pochi movimenti, di sguardi. Ma
buca lo schermo.
Anni
di cinema che rappresenta il cambiamento della società, l’allontanarsi dal
romanticismo. Si mostra il disagio di una nuova generazione, la generazione
perduta, quella di Marlon Brando e James
Dean. Quella di Monty è una ribellione in apparenza più contenuta, non
violenta, ma enorme è il peso che l’uomo si porta dentro. E anche il suo è il tormento di una generazione che non riesce
a gioire, che ha i segni di una profonda insoddisfazione, ed è alla ricerca di
altro, un qualcosa dai contorni indefiniti.
Non
è solo la corrente di malessere dei giovani di quel tempo a tormentare Monty.
E’ un problema fra sé e sé. E’ un segreto che non si può dire, di cui sono a
conoscenza in pochi. Liz Taylor è una di queste. E’ lei che lo salva dal
soffocamento, quando lui ha quell’incidente in auto che gli deturperà il volto.
E’ lei che gli diventa amica, confidente, sorella. Lei lo ama da sempre.
Il
clima dell’epoca di caccia alle streghe, l’omosessualità vista come malattia
psichiatrica, la messa all’indice dell’industria del cinema se questa verità si
palesava, l’incapacità di relazionarsi, raccontarsi, convivere, venire a patti
con la propria natura: è questa realtà che spetta Monty a casa, fra le quattro
mura, quando vi torna durante una notte senza fine, un buio che diventa buio
anche nel giorno.
Solo
il cinema accende la luce, illumina il suo mondo, e la sua sensibilità estrema,
dolorosa, la sua capacità di approfondire personaggi, di essere all’altezza di
un ruolo, qui riescono a convivere, superando il male di vivere.
Le
donne lo amano, e lui le ama come amiche, creando rapporti dolci e forti. Ma
non basta. Il senso di colpa, il vivere una identità sessuale ritenuta
sbagliata, vergognosa per l’epoca, lo avviluppano, come l’abbraccio di un Caronte che lo
traghetta negli inferi. Un lento suicidio viene definita la sua vita.
Quando
il suo volto devastato dall’incidente, ricostruito ma non più come prima, quando
l’industria del cinema non tollererà più la sua non sottomissione alle sue
leggi, ma la sua indipendenza, quando la salute presenterà precocemente forti
malesseri, Monty si ritroverà solo con i suoi demoni, imprigionato, senza via
d’uscita. Con alcol e droga come unico conforto. Muore a 46 anni.
Si
racconta che una notte, disperato, abbia telefonato alla madre, dicendo “Dammi
un po’ della tua forza”. Lei gli rispose: “Ti sembra questa l’ora di chiamare?”
In
queste parole è descritto tutto il dramma di uomo delicato, troppo delicato per
l’epoca in cui già si intravedevano i nuovi ideali di apparenza, successo,
denaro.
Monty
era altro, e non ha trovato molte persone lungo il cammino che potevano
comprenderlo. Solo Liz Taylor, l’amata Liz, che non lo abbandonerà fino alla
fine.
Nessun commento:
Posta un commento