La vita come maschera
di Marina Zinzani
Quando
si pensa a Rock Hudson si pensa all’Aids, ad una vita di facciata,
all’omosessualità nascosta fino a quando è stato possibile.
La
rivelazione portò i giornali ad andare indietro, a ritrovare la sua storia, l’attore
che piaceva alle donne, amato dalle mamme, sognato come compagno ideale.
Il mondo del cinema aveva costruito per lui, come per altri attori, una maschera che potesse essere vendibile, la creazione a tavolino del divo americano che piace alle masse, l’uomo che tutte le donne vorrebbero avere, virile e rassicurante. Quando il suo celibato cominciava a durare un po’ troppo, e nessuna donna ufficiale si vedeva al suo fianco, gli trovarono una moglie, la sua segretaria, con cui inscenare la coppia innamorata. Finalmente anche Rock Hudson si era sposato. Durò solo tre anni, ma andava bene lo stesso. Ad Hollywood matrimoni e divorzi andavano a braccetto, e quindi nessuno ci fece caso. Lui rimaneva l’uomo che seduceva, che faceva innamorare, l’uomo giusto.
Il mondo del cinema aveva costruito per lui, come per altri attori, una maschera che potesse essere vendibile, la creazione a tavolino del divo americano che piace alle masse, l’uomo che tutte le donne vorrebbero avere, virile e rassicurante. Quando il suo celibato cominciava a durare un po’ troppo, e nessuna donna ufficiale si vedeva al suo fianco, gli trovarono una moglie, la sua segretaria, con cui inscenare la coppia innamorata. Finalmente anche Rock Hudson si era sposato. Durò solo tre anni, ma andava bene lo stesso. Ad Hollywood matrimoni e divorzi andavano a braccetto, e quindi nessuno ci fece caso. Lui rimaneva l’uomo che seduceva, che faceva innamorare, l’uomo giusto.
Essere
una persona giusta ha portato spesso a tragedie interiori, il non poter
rivelare la propria natura ha sempre avuto prezzi molto alti. Una commedia
tragica la sua, commedia in cui impersonava di giorno un uomo ideale, mentre di
notte viveva un’altra realtà, quella che gli apparteneva. Sdoppiarsi, recitare
anche nella vita.
Tenne
segreto per un po’ di avere l’Aids, in modo discutibile, mettendo a rischio
delle persone. Era deperito, dimagrito in modo impressionante, dimenticava le
battute sul set di “Dynasty”. Si parlò
di anemia, di anoressia, di cancro al fegato. Andò in un ospedale vicino a
Parigi e lì la verità emerse, fu dirompente, gli fu fatto il vuoto attorno. L’ospedale
in cui era ricoverato si svuotò. Per tornare negli Stati Uniti dovette prenotare
tutti i posti di un aereo solo per lui, perché nessuna compagnia lo accettava
fra i passeggeri.
Poche
persone non lo abbandonarono, una di queste fu Liz Taylor. “Tutto il mio amore
e le mie preghiere sono con lui”, disse l’attrice mentre era ricoverato a
Parigi. Avevano girato insieme “Il gigante”, lei sapeva del suo segreto e non
lo aveva mai rivelato.
Reagan
ignorò la sua richiesta di aiuto, la moglie Nancy gli impedì di aiutarlo.
Hudson diventò da un giorno all’altro un appestato. Dell’Aids allora si sapeva
poco, si sapeva che era una condanna a morte, che stava decimando molte
persone, soprattutto nel mondo gay. Lui appariva ora come personaggio fasullo che per tutta la vita
aveva recitato, il suo matrimonio fu
mostrato come un buffo tentativo di copertura.
Dobbiamo
pensare però a come possa avere vissuto. Lui ed altri come lui, in un ambiente
come quello di Hollywood in cui l’omosessualità di attori del suo tempo emerge ora
da continue rivelazioni. Una vita non sua, un’inquietudine, un dramma
silenzioso. La paura del giudizio degli altri, anche degli amici (come Reagan e
la moglie). La paura di vedere la carriera frantumata e il prezzo così alto,
non solo economico, per togliersi la maschera. La paura di perdere la propria
dignità di persona, violata da giudizi grossolani e feroci. In sostanza, il
dramma di molti omosessuali.
L’Aids
lo costrinse a dire la verità, a rivelare al mondo il suo segreto. E da allora
il mondo prese coscienza di questa realtà, cambiò la percezione della malattia,
come se la tragedia personale fosse servita a qualcuno, perlomeno a prendere
coscienza, a prevenire, a raccogliere fondi, a trovare nuove cure.
Hollywood
e i suoi eroi di cartapesta, dentro persone con drammi, con inquietudini. Rock
Hudson fu uno di questi eroi, ma anche persona coraggiosa alla fine, che ha
lasciato in tutti un segno profondo.
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