di Giorgia Deidda
Libagione di corpi,
la mano tende verso il cielo.
Non è di ruggine che mi interessa parlare,
ma di terreno, bagnato
d'acqua sporca e nera
di edere che s'inerpicano nel mio ventre,
scudo di parole infette
e i miei occhi che parlano, acquosi,
con una nebbiolina che sfoca il tuo viso,
perdutamente ed amaramente
mio.
Nessun commento:
Posta un commento