di Laura Maria Di Forti
Vorrei un libro. Lo vorrei per distrarmi. Un libro mi farebbe evadere come evade un prigioniero dalla sua cella angusta e desolante. Un libro mi aprirebbe le porte di altri mondi, diversi e inconsueti, magnifici anche, e appaganti, mondi fiabeschi e romantici dove mostri e perfidi ingannatori vengono sconfitti e dove la giustizia e l’amore trionfano sempre.
Vorrei un libro per soddisfare la mia sete di sapere, per trasformarmi in eroe, per divenire saggio e conquistare l’equilibrio. Un libro può fare tante cose. Può costruire città, abbattere muri, può far suonare arpe e cembali, può alzare il debole buttando nella polvere il malvagio e svelare misteri, rendere magica la notte ed esaudire ogni desiderio. Il libro può fare tutto, anche far nascere il sorriso e persino evocare l’amore.
Qualcuno direbbe: Un libro è solo carta. Menzogne! Un libro è composto di parole e le parole sono fatte di desideri e di convinzioni, di sogni e di speranze. Le parole parlano al cuore e cantano meraviglia. Le parole entrano nella nostra anima e la fanno volare in alto. E nessuno, mai, riuscirà a ributtare nelle bassezze della mediocrità e riportare nei meandri di una quotidianità squallida, chi ha sognato, amato e viaggiato, chi ha pianto, riso e fantasticato leggendo le pagine di un libro, affascinante nutrimento della nostra anima.
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