Passa ai contenuti principali

11 settembre 2001

La febbre del bimbo, il badge lasciato a casa


di Cristina Podestà

Armati cuore mio, preparati a raccontare una storia. È una storia sbagliata, che fa riflettere. A volte uno sbaglio salva la vita, come in questo caso. Un errore, un tempo perso, un figlio con la febbre, un momento di ritardo e tac! Sei vivo, per quell’errore.
Laila corre perché è in ritardo. Il suo capo la sgriderà come ogni mattina. Ma Laila fatica a lasciare Samuele ogni giorno, ha soltanto 7 mesi e lei lo sta crescendo da sola. Vive a NY da 4 anni e da 3 è innamorata persa di Ruben. 
È partita da Milano 4 anni prima per una esperienza estiva presso una famiglia, ragazza alla pari per imparare l’inglese. Poi ha deciso di fermarsi di più ed è stato in una sera fredda e brumosa che in un bar ha incontrato Ruben.
Bello come il sole, sorriso accattivante, un grande uomo, più adulto di lei di 10 anni. Laila è molto carina e Ruben non resta indifferente. Si innamorano e si frequentano ma, quando lei resta incinta, lui svanisce, si dilegua piano piano e Laila vede crescere il pancione da sola. 
Cerca un lavoro che trova in un ufficio vicino casa, relativamente vicino. Sono solo 5 km ma con un neonato e da soli è molto difficile essere puntuali ogni giorno. Samuele quella mattina ha la febbre e lei è spaventata. 
Non può chiedere ferie perché è già stata a Milano a far conoscere Samuele ai nonni, non ha più ore libere perché il suo capo ha concesso orario da madre lavoratrice fino a tre mesi del bambino. 
Lei traccheggia, non ha cuore di lasciarlo alla vicina, vuole aspettare il medico e, irrimediabilmente, fa tardi. Corre Laila, corre e si dimentica il badge per entrare in ufficio. 
Con le lacrime agli occhi e il fiatone torna indietro, prende il badge ma perde l’autobus, inciampa e quasi cade, deve attendere il successivo. E intanto si logora, chiama un collega per dire che tarderà. 
Mentre attende la nuova corsa, entra in un bar a prendere un caffè e intanto si sente struggere. Ha commesso anche l’errore di scordare il badge. Appena composto il numero, un boato mostruoso la stordisce, non sa cosa stia succedendo, ma vede intorno a sé facce terrorizzate e sconvolte. I caffè saltano nelle tazzine che si frantumano per terra, urla ovunque, si parla di una bomba. 
Laila cerca di capire e dirigersi verso l’ufficio al 21^ piano delle Twin Towers, ma viene travolta dalla folla urlante. Decide di correre a casa, al diavolo il suo capo. Non le pagherà una giornata, pazienza! Deve andare da Samuele, subito! 
Entra in casa stravolta, guarda la vicina con la TV accesa e gli occhi sbarrati di lei la fanno tremare. 11 settembre 2001. Laila e Samuele sono vivi. Lui aveva la febbre, lei aveva dimenticato il badge. Qualcuno non ci crede ma, a volte, la casualità.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il braccio della morte e l'amore tossico: storie parallele di redenzione

(Introduzione a Daniela Barone). La pena capitale interroga la morale di ogni società, ponendo domande cruciali sulla sacralità della vita e sul valore della riabilitazione. Ma cosa succede quando il "braccio della morte" si manifesta anche fuori dalle sbarre, negli affetti tossici e nel controllo psicologico? Questa è la storia intensa dell'epistolario tra Daniela Barone e Richie Rossi, un carcerato americano in attesa della sentenza capitale, che intreccia la riflessione sulla pena di morte con una personale battaglia per la libertà. Un racconto toccante sulla dignità, la speranza e la redenzione. Segue:  a.p.  COMMENTO. 1. Rifiuto etico e sacralità della vita (Daniela Barone - TESTIMONIANZA) ▪️ Non so se fu il film “ Dead Man Walking ” o il libro “ La mia vita nel braccio della morte ” di Richie Rossi a farmi riflettere sul tema della pena capitale; tendo a pensare che le vicende del carcerato americano abbiano determinato il mio rifiuto di una pratica che ritengo crud...

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

⛵ In balia delle onde, trovare rotta ed equilibrio nel mare della vita

(a.p. – Introduzione a Cristina Podestà) ▪️ La vita è uno “stare in barca”, dipende da noi trovare la rotta e l’equilibrio. E un po’ di serenità: come quando galleggiavamo in un’altra acqua. Nel ventre materno (Cristina Podestà - TESTO) ▪️La metafora del mare e della barca è piuttosto diffusa nella letteratura, a cominciare da Dante in tutte e tre le cantiche e relativamente a variegate sfumature dell'essere: Caronte, l'angelo nocchiero, il secondo canto del Paradiso; non sono che esempi di una molteplice trattazione del tema del mare e della navigazione. Joseph Conrad dice una frase molto suggestiva, che riprende proprio la similitudine della vita: "La nave dormiva, il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce". Spesso è proprio cosi: la superficie è bella, solare, scintillante appunto ma, se si va sotto e si guarda bene, c'è il buio più profondo! La barca di Dante...

⏳ Natale e la tirannia del presente: riscoprire l’attesa

(Introduzione ad a.p.). Abbiamo perso il senso del tempo, limitato al presente precario e fugace: occorre riscoprire il valore dell’attesa e della speranza, che hanno un significato religioso ma anche profondamente laico. L’iperconnessione e la continua ricerca di stimoli ci hanno reso schiavi di una visione frammentata, incapace di guardare oltre l'orizzonte immediato. Il Natale, con la sua simbologia, ci offre un antidoto a questa tirannia. • La corruzione del tempo (a.p.) ▪️ Quanti di noi, ogni momento, sono intenti a guardare il proprio cellulare? Immersi nella connessione perenne, con tutti e tutto, e dunque con niente? C’è l’ingordigia di cogliere qualsiasi aspetto della vita corrente, nell’illusione di viverla più intensamente che in ogni altro modo. Un’abbuffata di notizie, video, contatti con chiunque, senza sensi di colpa per questo sperdimento continuo del nostro esistere. Questo è il sintomo di una società dominata dalla "paura di restare fuori" e dalla ricerc...

🎵 Baby Gang e responsabilità: quando sceglievamo l’ultimo LP di Battiato

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). Di fronte agli episodi di cronaca che vedono protagonisti i giovani e le cosiddette "baby gang", la tendenza comune è cercare colpevoli esterni: la scuola, la famiglia, la noia. Ma è davvero solo una questione di mancati insegnamenti? In questo commento, l'autrice ci riporta alla realtà cruda degli anni '80, dimostrando che anche in contesti difficili, tra degrado e tentazioni, esiste sempre uno spazio sacro e inviolabile: quello della scelta individuale. Le inclinazioni dei giovani: gli insegnanti e le scelte dei ragazzi (Maria Cristina Capitoni) ▪️ La criminalità tra i giovani? Ovvero baby gang? Non è solo un problema di insegnamenti. Non c'è bisogno che un professore ti insegni che dar fuoco ad un barbone, massacrare di botte un tuo coetaneo non è cosa buona e giusta. Spesso poi questi "ragazzi" provengono da situazioni agiate, tanto che dichiarano di aver agito per noia. La mia giovinezza, erano gli anni ‘8...